Il fascicolo di toponimia appena pubblicato e dedicato all’attuale territorio comunale di Acqui Terme è il primo di una città della provincia di Alessandria del Progetto Toponomastica Storica – iniziato nel 2011 ed ormai giunto al numero 39 – ed è anche uno dei più complessi ed interessanti fino ad ora pubblicati.

Come di consueto si sono utilizzate sia fonti locali, provenienti dall’Archivio Storico Diocesano e dall’Archivio Storico Comunale, oltre ad altra documentazione conservata in archivi diversi di Genova e Savona.

In particolare, sono stati utili gli atti di due notai, gli statuti medievali, le pergamene diocesane e i registri catastali, i primi dei quali redatti in una data di poco successiva al 1580. Rilevante è stato anche l’apporto costituito dai registri catastali del 1671, i più antichi figurati fino ad oggi utilizzati nel nostro lavoro.

Archivio Storico del Comune di Acqui Terme, Il catasto del 1671 (particolare)

Per il presente lavoro, si intende ricordare alcuni studiosi che hanno fornito un generoso aiuto nel localizzare i luoghi, in particolare Lionello Archetti Maestri, Gianluigi Bovio della Torre, Cesare Chiabrera Castelli e Giovanni Rebora.

Resti dell’acquedotto romano

Oltre ai ritrovamenti archeologici, testimoniano Acqui romana anche numerosi toponimi riconducibili ad una presunta origine classica che sono stati sottolineati e raggruppati in tre grandi categorie: di origine prediale (quindi da nomi personali), di derivazione odonimica (viaria) e, infine, insediativo-monumentali.

La chiesa dei Santi Nazario e Celso di Ovrano (foto fc)

Una comunicazione breve su alcuni di tali toponimi, piccola parte di quelli esaminati, sarà accolta nell’abstract book del convegno organizzato da Marica Venturino (Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo) e Silvia Giorcelli (Università di Torino), intitolato Liguri e Roma. Un popolo tra archeologia e storia (Acqui Terme, 31 maggio-I giugno 2019).

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