Il 2022 si è concluso per Storia Patria con una pubblicazione molto importante: si tratta dei cartulari dei lodi (rappresaglie) due-trecenteschi conservati nell’Archivio di Stato di Savona.

Domenico Ciarlo ne ha curato l’edizione – Le rappresaglie dei cartolari dei lodi di Savona (secoli XIII-XIV) – ed il volume di 96 pagine rappresenta il numero 12 della nostra «Collana di Fonti e Studi».

Cosa rappresentino i lodi-rappresaglie è ben indicato dallo stralcio che segue tratto dall’introduzione che l’autore ha voluto premettere al volume. In pratica da esse recuperiamo vicende importanti di assalti corsari, per mare e per terra, cui furono sottoposti savonesi nel pieno medioevo.

Alcune di queste vicende eccezionali, vere e proprie narrazioni dal vivo, saranno ricostruite nel corso della presentazione del volume, curata da Domenico Ciarlo e Furio Ciciliot, martedì 21 febbraio 2023, ore 15.00, Biblioteca del Liceo Chiabrera, vico Gallico, Savona.

La presentazione sarà preceduta da una sintetica ricostruzione delle vicende che riguardano la nascita del Comune medievale savonese.

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Probabilmente, nella memoria collettiva, il riferimento più immediato a cui viene associata la parola “rappresaglia” è quello degli eccidi perpetrati con cieca, disumana e violenta barbarie durante la Seconda Guerra Mondiale. I tratti salienti di quelle rappresaglie erano il contesto bellico, lo scopo di deterrente, che servisse ad annientare tramite il terrore ogni forma di resistenza, il coinvolgimento di innocenti, la sproporzione tra offesa ricevuta e vendetta attuata.

La rappresaglia medievale, invece, è connotata essenzialmente da uno solo di questi tratti salienti: il coinvolgimento di persone che non hanno alcuna responsabilità nel danno che la rappresaglia vuole risarcire, ma che vengono coinvolti per una singolare applicazione del concetto di solidarietà. Il termine medievale represalia (dal verbo latino reprehendere) indica infatti il mezzo con cui ci si “riprende” ciò che è stato sottratto.

Per aversi rappresaglia, tuttavia, occorre che una determinata autorità giudiziaria o un determinato potere politico siano impossibilitati a ottenere e rendere giustizia in via ordinaria: ciò accade quando l’offensore o danneggiatore è sotto la giurisdizione di un’entità politica straniera, che si rifiuta di collaborare. Essendo l’offensore giuridicamente irraggiungibile, la rappresaglia mira a rivalersi con la forza su qualsiasi suo concittadino che capiti a tiro. La rappresaglia medievale rimane dunque limitata, quanto ad entità, al recupero del maltolto o al risarcimento del danno subito, ed è una pratica di mero carattere economico, pur coatta e, per i nostri parametri di valutazione, ingiusta.

Le prime attestazioni di questa pratica sono distribuite in tutto l’Alto Medioevo, nelle leggi che ne condannano e vietano l’applicazione oppure nei trattati che tentano di attenuarne gli abusi, ma essa risulta poi generalmente accettata e normata negli statuti comunali e applicata con frequenza a partire dal XIII secolo (…)

Domenico Ciarlo

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