La Storia Patria collabora con una ricerca di Luca Finco (Politecnico di Torino) che si propone di esaminare i materiali lapidei delle architetture medievali savonesi: parte della sua ricerca era stata anticipata in una conferenza lo scorso 24 novembre. In particolare, l’attenzione è stata fissata sui blocchi di eccezionali dimensioni che ne costituirono le torri medievali.
I primi risultati della ricerca possiamo dire ci abbiano pienamente ripagati. Da raffinati confronti sui materiali esaminati, Finco ha potuto definire con precisione che alcune delle grandi “pietre” che le formano dovrebbe essere derivata da riutizzi di materiali romani. In particolare, riportiamo di seguito due esempi fatti con le torri nei pressi del Brandale, precisando che sono tratti da un articolo tecnico, uscito su una prestigiosa rivista (Studi e ricerche di Storia dell’Architettura, 2018/3, pagine 85-93) liberamente scaricabile dalla rete ed a cui si rimanda.
Torre Spinola, Savona, lato nord; moduli romani (si notino anche il concio privo di spigolo ed i fori occlusi). (foto ed elaborazioni dell’autore)
Torre Riario, Savona, lato ovest; moduli romani nei corsi secondo e terzo sopra il basamento. (foto ed elaborazioni dell’autore)
Le conclusioni riportate da Finco sono nette: “l’impiego di un materiale non immediatamente disponibile e il trattamento a superficie liscia riscontrabile di rado nelle architetture savonesi coeve, rappresentano … indizi utili ad ipotizzare un riutilizzo di spoglie romane.”
Adesso toccherà a storici ed archeologi definire da quali spoglie siano stati tratti: da edifici strettamente cittadini oppure da altri dei dintorni oppure commerciate da lontano? Come sempre accade la ricerca va avanti ma i numerosi indizi toponomastici urbani di Savona romana assumono ancora maggiore consistenza.
Furio Ciciliot