La valle del Santuario, coincidente con la parte medio-alta del bacino del Letimbro, è una piccola area appartata, ma con un varietà di elementi che comporta varietà e complessità di approcci geografici. La geografia negli ultimi 50-70 anni ha assunto un carattere fortemente umanistico che richiede conoscenza oltre che dell’economia e delle scienze politiche, di tutte le scienze umane, anche della psicologia, che ha alimentato gli sviluppi recenti della cosiddetta geografia della percezione, e soprattutto della storia. Infatti, la geografia quando studia un territorio e il suo paesaggio non può ignorare tutta la storia delle sua trasformazioni poiché esso è una sorta di palinsesto in cui si sono tracciati e cancellati i segni di tempi diversi.

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Mulino Folco a San Bernardo

La nostra valle, scavata con un profondo solco nelle rocce antiche del massiccio cristallino savonese, nel basso Medioevo disponeva di modeste aree agricole, ma con due risorse importanti: l’acqua del rio di Lavagnola, affiancato da un beudo che arrivava fino in città, e il legname dei boschi.

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Ruderi di una neviera a San Bartolomeo del Bosco

Nella prima metà del ‘500, con Savona avvilita dalla sottomissione a Genova (che perfino la privò della Cattedrale) si colloca però l’evento miracoloso dell’Apparizione che introduce un elemento di sacralità nell’ambiente della valle che tuttora si fa sentire… Seguirà la costruzione della Basilica con opere d’arte notevoli, della piazza prospiciente, degli edifici per opere di carità, delle ville della nobiltà anche genovese, lo sviluppo di attività di servizio, un addensamento degli insediamenti rurali e un allargamento verso l’alta valle nelle aree del Bosco di Savona.

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Il complesso della Basilica, ospizio, piazza del Santuario

Tra ‘700 e ‘800 la valle vedrà impegnati cartografi, geologi, paleontologi; verrà scoperto un giacimento di lignite quasi alla sella di Altare e ne verrà avviato lo sfruttamento; Napoleone coglierà l’importanza della valle e della zona di Montenotte per l’accesso dalla costa ligure alla pianura padana. Con l’unità d’Italia e l’industrializzazione del Savonese la valle verrà percorsa dalla ferrovia Torino – Savona, ardita per quei tempi, con una stazione proprio al Santuario, e più avanti, sul crinale tra i solchi del Letimbro e del Lavanestro dalla funivia del carbone.

Palazzo Doria alle Olmate

Villa Doria alle Olmate

Ma verrà anche la crisi delle antiche ferriere e dell’agricoltura dell’alta valle, con l’abbandono di molte masserie e il venir meno di molti servizi fondamentali anche nella media valle. Anche il paesaggio dei dintorni del Santuario che aveva ispirato notevoli pittori del ’900 tra cui Eso Peluzzi, e che è stato finora tutelato dal piano regionale di coordinamento paesistico, ispirato dal geografo-storico Massimo Quaini, è a rischio di discutibili alterazioni di fronte a proposte di lottizzazioni che una parte della popolazione pare disposta ad accettare per mantenere, con nuovi abitanti, certi servizi messi in crisi dal declino demografico e delle tradizionali attività della valle.

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