La lezione conclusiva del corso didattico intitolato “Il porto, da Savona al mondo” sarà tenuta da Marcello Penner ed è intitolata “Il porto dalle industrie alle crociere” e si terrà mercoledì 5 febbraio alle ore 15.30 (aula Magna Istituto Ferraris-Pancaldo, via Rocca di Légino, 35). La conferenza sarebbe dovuta avvenire il 27 novembre, ma fu rimandata per allerta meteo rossa.

Di seguito riportiamo una sintetica nota del relatore, che sta vivendo in prima persona – per la sua attività professionale e come storico delle industrie – il passaggio del porto e della città dall’Ottocento all’età contemporanea. Sono inoltre scaricabili alcuni materiali didattici tratti dalle sue ricerche.

Marcello Penner, Il porto di Savona dal 1860 ai nostri giorni

Marcello Penner, La società Tardy & Benech

 

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L’inizio dell’industrializzazione della provincia di Savona ha inizio nel 1861, quando si insediò a Savona lo stabilimento metallurgico Tardy e Benech. Dal Cinquecento e fino al 1867 la città di Savona era rimasta nel suo complesso urbano pressoché immutata, come è possibile osservare dalla cartografia dell’Ottocento riprodotta su alcuni testi di storia locale.

Savona si presenta ancora chiusa tra le sue vecchie mura medievali, e il porto composto dalla vecchia darsena, dal vecchio molo delle “casse” e dal piazzale sorto dopo il riempimento del porto da parte dei genovesi nel 1526.

La Savona di metà Ottocento risulta una città isolata, dove non arriva ancora la ferrovia, i collegamenti sulla terraferma, lungo le due riviere e verso il Piemonte, sono costituite da strade strette e sconnesse, per cui la via più rapida per i commerci è quella marittima. La popolazione dal censimento del 1858 ammontava a 18.959 abitanti ripartiti nei diversi quartieri della città e dei borghi fuori le mura (…)

Il problema maggiore per il porto di Savona è la mancanza di una infrastruttura di collegamento tra il porto e le principale viabilità. Ancora oggi a distanza di più di un secolo dal suo avviamento risulta essere la funivia Savona – San Giuseppe l’unica vera infrastruttura presente.

Il porto sviluppandosi parallelo alla costa ha una viabilità sia in uscita, sia in entrata strozzata, causando enormi problemi al traffico cittadino. La rete ferroviaria è ormai vetusta e insufficiente.

Il porto di Vado ha una buona dislocazione portuale favorita dalle infrastrutture realizzate negli ultimi anni, ma la realizzazione della piattaforma APM della Maersk, garantirà una tale movimentazione che comporterà l’andirivieni di ottocento, mille tir al giorno, secondo i dati dell’autorità portuale, a tal punto che l’infrastruttura stradale sembrerebbe insufficiente. Pertanto, i problemi più urgenti sono legati alla viabilità stradale e ferroviaria.

Il porto riveste una importante realtà economica per il territorio capace di offrire lavoro e reddito a circa mille lavoratori diretti, i quali negli anni hanno fatto la storia del porto: i lavoratori portuali della CULP, i lavoratori impegnati nei diversi terminal, gli ormeggiatori, i facchini, ecc., nonché personale dell’indotto. Ricordiamo anche le diverse imprese portuali che investono nelle infrastrutture e portano traffici nel porto di Savona – Vado creando profitto e lavoro.

Marcello Penner (da Il porto di Savona nella sua evoluzione strutturale dal 1860 ai nostri giorni)

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