11. Toponimi del Comune di Varazze

a cura di

Ernesto Renato Arri, Furio Ciciliot,

Mario Damele, Francesco Murialdo

toponimivarazze

Fond

Patrocinio: Città di Varazze, Associazione Culturale San Donato-Varazze, Fondazione Agostino Maria De Mari-Cassa di Risparmio di Savona.

Geografia del territorio comunale di Varazze

Il comune di Varazze ha una superficie di 47,97 Kmq con una popolazione di 13.661 re­sidenti (31/12/11). I confini sono con Celle Ligure, Stella e Sassello, in provincia di Savona, e con Cogoleto, in provincia di Genova.

Il territorio del Comune di Varazze si estende sul versante marittimo a ridosso dello spartiacque tra la Riviera di Ponente e la valle Padana ed è circondato dal massiccio del monte Beigua, quasi al centro dell’arco ligure, che giunge a 1.287 m di altitudine sul livello del mare. Per le sue peculiarità naturalistiche, estesi boschi vicini al mare, buona parte del­l’area comunale è compresa in uno dei principali parchi regionali della Liguria.

Il territorio è percorso dal torrente Teiro, che sfocia in mare proprio a Varazze dopo aver ri­cevuto alcuni affluenti di piccole dimensioni: i principali sono il Polzemola, il Maiacqua e l’Arzocco. Il secondo corso d’acqua principale è l’Arrestra che segna per un tratto il confine con Cogoleto, già in provincia di Genova.

La città fu sede di importanti industrie, soprattutto navali, ed al tempo della Repubblica di Genova era per popolazione la seconda città dell’attuale provincia di Savona. Il territorio dirupato alle sue spalle – a pochi chilometri dal mare si trova la linea dei mille metri di quota – ha di fatto limitato le coltivazioni, mantenendolo integro con preziosi boschi misti a partire dai due-trecento metri di altitudine, che lasciano posto alla faggeta alle massime elevazioni.

Il centro storico di Varazze si presenta come un lungo nastro di case che segue la via costiera e la spiaggia, antico quartiere industriale della città per i cantieri navali, la pesca e le attività ad essi collegate; altre occupazioni tradizionali di Varazze furono le cartiere e le officine per la lavorazione del ferro.

Attualmente l’economia è basata sul turismo e sui servizi e tutta la fascia costiera risulta edificata: fanno solo eccezione alcuni residui di scogliera relativamente integri tra i Piani di Invrea ed il confine con Cogoleto.

Le principali frazioni sono situate sulle alture del versante marittimo (Castagnabuona, Cantalupo, Casanova ed Invrea), nel fondovalle del torrente Teiro (Pero) ed alle pendici del monte Beigua (Faie ed Alpicella).

Di seguito si riporta la descrizione dei confini comunali, redatta al tempo della Repubblica di Genova (1590).

Confine tra Varazze e Cogoleto. “Ne confini fra Varazze e Cogoleto verso levante le è uno rivo ossia riale nominato Acqualeona (=Ac­quabona), che ha fine in mare et il principio alla fontana il Prato Riondo; nel quale Prato Riondo le sono termini piantati di due pietre piccole, ed ivi finisce la fine di Cogoleto, paese parte campile e parte boschile, et è miglia sei in circa”.

Confine tra Varazze e Sassello. “Incomincia poi da detto Prato Riondo li confini de Signori Doria del Sassello, che tira su per la costa mediante la Croce delle Barelle per via che tira verso il cavalletto nominato la Croce delle Corna della Begora, persino alla Croce del Zovo, paese in parte boschile e prattile e dura per miglia tre circa: et ivi finisce la fine di detti Signori Doria del Sassello”.

Confine tra Varazze e Stella. “Incomincia dal­la detta Croce del Zovo li confini della Stella mediante la via de boschi che discende fino alla fontana del Tirro, che è principio della fiumana nominata il Tirro, che discende dalle muraglie di Varazze poi sino fino in mare, e le è mediante la valle della sua giurisdizione di Varazze. Et ivi le ha principio un rivo ossia riale detto Poscemora che entra in detto Tirro, discendendo poi verso ponente per la costa della Croce, e mediante un riale che discende il fiume di Morerga discendendo giù poi per la costa della Pera: paese agregato boschile, prattile e campile per miglia nove in circa: ed ivi finisce la fine della Stella”.

Confine tra Varazze e Celle Ligure. “Incomincia li confini de Celle e Varazze loco giù per la costa e via nella quale le sono piantati termini da tre piccole pietre; e le ha principio un rivo ossia riale nominato Ronfinale, quale discende et ha il suo fine in mare: paese agregato campile e boschile per miglia tre in circa, et finisce la fine di Celle”.

Confini marittimi. “Da detto rivo ossia riale di Ronfinale per marina sino al rivo ossia riale d’Acquabuona le sono miglia sei in circa, et così sono li fini di Varazze”.

Evoluzione storica ed amministrativa del territorio varazzino

Gli indizi di insediamenti antichi sono numerosi, a partire dallo stesso toponimo Ad Navalia, quasi sempre individuato in Varazze, datato all’epoca classica e trasparente sulla sua origine (presso le strutture navali). Ancora prima di Ad Navalia, esistono evidenti resti di frequentazioni preistoriche: dalle centinaia di incisioni presenti sul Beigua ai reperti archeologici provenienti da un riparo di Alpicella, risalenti all’età del Bronzo e conservati nel museo archeologico locale.

Per quanto riguarda i secoli successivi, si evidenzia che la chiesa di San Donato (già San Michele) è circondata da un recinto fortificato tardo romano-altomedievale. Altri ricordi medievali sono da ricercarsi in beni abbaziali (badia di Tiglieto) e nella presenza di un monastero a San Giacomo del Latronorio, vicino ai confini con l’attuale provincia di Genova.

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Varazze, San Donato (1954, foto Sandro Contini, Varagine.it)

A Varazze esistevano anche consistenti beni marchionali che testimoniano il valore dato alla località nel Medioevo fino a quando lo spezzettamento dei poteri feudali preparò l’e­spansione economica ed industriale dei secoli successivi.

Nel frattempo, la città medievale si era estesa parallela all’ampia spiaggia che rappresenta fino ad oggi la parte più propriamente produttiva della città, un tempo per i cantieri navali ed i pescatori ed oggi per le attività turistiche. Nei pressi della foce del Teiro si sono conservati consistenti resti del borgo, cintato parzialmente dalle mura del XIV secolo che hanno in parte inglobato la primitiva chiesa parrocchiale di Sant’Ambrogio, di evidente impronta romanica.

L’espansione di Genova nella Riviera di Ponente della prima metà del XIII secolo vide in Varazze uno dei caposaldi principali. Proprio in questa città fu firmata la fondamentale pace del 1251 con l’assoggettamento della Riviera di Ponente a Genova che si avviava a creare un proprio stato territoriale.

Dal punto di vista amministrativo, a partire dal tardo Medioevo, insieme con le vicine Albisola e Celle, Varazze fu sede di una podestaria, organismo territoriale definito; risalgono al 1345 i primi statuti cittadini. La podestaria rimase attiva fino a quando, nel 1797, le truppe napoleoniche invasero l’Italia occidentale e fu costituita la Repubblica democratica ligure.

Si formarono allora, basandosi sui territori delle parrocchie esistenti, tre distinti comuni, durati un tempo limitato. Proprio in seguito alla loro nascita furono compilati i catasti che qui si utilizzano.

Il primo comune era Varazze, territorio della parrocchia di Sant’Ambrogio, che comprendeva anche la costa verso Celle Ligure e l’en­troterra di Castagnabuona e Cantalupo, fino al confine con Cogoleto, nel territorio degli Invrea.

Il secondo era Casanova, territorio di mezza collina, equivalente alla parrocchia della Natività di Maria Vergine. Il terzo ed ultimo era Alpicella, parrocchia di Sant’Antonio Abate, con le Faie, il Pero e la parte verso Stella, territorio montano e luogo di transito obbligato per lo sfruttamento forestale del massiccio del Beigua e di Sassello.

Per quanto riguarda le istituzioni territoriali religiose, oggi Varazze fa parte della diocesi di Savona-Noli e comprende, oltre alle tre precedenti, anche tre ulteriori parrocchie ricavate nel territorio di quelle antiche: nella parte occidentale del centro storico di Varazze, quella dei Santi Nazario e Celso, prima del 1589 appartenuta al vescovo di Noli; Nostra Signora delle Grazie, nella frazione Faie, alle pendici del Beigua, un tempo compresa in Al­picella; la Santissima Annunziata, nella frazione Pero, anch’essa un tempo parrocchia di Alpicella. Breve vita ebbero le parrocchie di San Domenico (1970-1996) e della Madonna della Guardia ai Piani d’Invrea (1986-1992).

Cenni particolari meritano ancora per la sua antichità la già citata chiesa di San Donato e, per il suggestivo ambiente selvaggio in cui si trova, il convento carmelitano del Deserto, nella vallata del torrente Arrestra, quasi al confine con la provincia di Genova. Numerosi oratori, in parte derivati da quelli delle principali corporazioni cittadine, conservano ancora ricordi del passato.

Ricordi religiosi importanti e molto sentiti in ambiente locale, sono legati al passaggio di Santa Caterina da Siena nel 1386 ed alla pre­senza di un convento di frati Domenicani che risale al XV secolo.