a cura di
Furio Ciciliot, Francesco Murialdo, Giovanni Venturi
con una nota storica di Riccardo Musso
Patrocinio: Comune di Stella, Fondazione Agostino Maria De Mari-Cassa di Risparmio di Savona.
Geografia del territorio comunale di Stella
Il territorio del Comune di Stella si estende sul versante marittimo a ridosso dello spartiacque tra la Riviera Ligure di Ponente e la valle Padana ed è circondato dalle prime propaggini degli Appennini. In comune di Stella, al confine con quello di Sassello, è situato un valico importante con l’Acquese (colle del Giovo, m 532 sul livello del mare); il punto più basso del territorio è posto a 35 m s.l.m. (valle del Riabasco, confini con Albisola Superiore) ed il più alto è la croce nei pressi del monte Beigua (circa 1.255 m s.l.m.).
Il territorio è percorso da tre vallate principali: due, torrenti Sansobbia e Riabasco, convergono su Albisola Superiore; la terza, torrente Teiro, scende su Varazze. Nelle due vallate principali (Sansobbia e Riabasco) confluiscono un centinaio di corsi d’acqua minori. Date le ampie variazioni altimetriche, la vegetazione cambia in misura notevole da una di tipo mediterraneo fino alla foresta di faggio.
Le coltivazioni residue sono su fasce, ma esistono ampie aree boscose, ancora relativamente integre, in buona parte comprese nel parco regionale del Beigua. Presso San Bernardo-Corona si segnala un’area carsica, di limitata estensione, ma in cui esistono alcune grotte ed una sorgente (il Crivezzo) tra le principali della Liguria costiera.
Il comune di Stella è esteso per 43,2 Kmq con una popolazione di poco inferiore ai tremila residenti. I comuni confinanti sono Albisola Superiore, Celle Ligure, Varazze, Sassello e Pontinvrea. Le cinque frazioni principali, chiamate ognuna Stella (le cinque Stelle), sono: Gameragna, San Martino, Piazza – San Giovanni Battista, Corona – San Bernardo e Santa Giustina.
Stella ha una sua propria individualità territoriale già a partire almeno dal XII secolo, i cui confini si sono andati definendo attraverso scontri anche cruenti con le comunità vicine, in particolare con Albisola, culminati nella cosiddetta battaglia di Remenone del 18 ottobre 1482.
Di seguito si riportano le descrizioni dei confini comunali, redatte al tempo della Repubblica di Genova (1590). Essi, tranne che per le rettifiche a favore del comune di Pontinvrea avvenute nella zona di Giovo Ligure negli anni ’60 del secolo scorso, si sono mantenuti sostanzialmente identici a quali erano nel Cinquecento.
“Descrittione delli confini che circondano la giurisditione della Stella fatta d’ordine e presentia del Magnifico Signor Paolo Scagliosio Podestà di detto luoco della Stella, d’ordine del Serenissimo Senato ricevuta per il notaro infrascritto.
(Confine tra Stella e Pareto, oggi Pontinvrea) E prima, per dar principio alla valle chiamata la valle della Stella in capo della quale entrante alquanto nel giogo, ove si dice la coletta delli Tre Poteri, confina la giurisditione di Pareto quale continua sino all’Arpetto andando verso la marina per costera, a banda destra, per mezo dei luoghi infrascritti cioè la coletta di Praa Spergiuraa, Mola Rotta, la coletta di Torton, il poggio de Gobba le Portegliole e li piani di Pareto, et all’Arpetto incomincia a confinare
(Confine tra Stella ed Albisola) la giurisditione d’Albisola, quale persevera sino al lagho di Devoreza descendendo per costera, mediante Pietra Vogliara il bricco de Roxan e monte Olivetto, e dal lagho di Devoreza si va al fiume di Sansoggia procedendo su per detto fiume quanto sia il tratto d’un archibuggio sino alla Mrea dove si passa il fiume e s’ascende su per lo bricco della Cornagia al bricco dell’Erbeglio poi al bricco della Divisa e de ivi alla coletta de Battaglin andando in su sino al poggio dello Rama, e da detto poggio si descende per la costera del pian del Peii all và dela Spina sino allo Scalo delli Orbi, dove si passa il fiume di Reibasco, e s’ascende super il reano dell’Armirini sino alla coletta delli Armirini da dove si descende per la ritana delli Puetti sino al ritano della Valle, dove finisce la giurisditione d’Albisola,
(Confine tra Stella e Celle Ligure) et incomencia a confinare la Comunità di Celle, alla medema banda destra, e dal detto riano andando per esso al piam de Balaram. s’ascende al bricco de Roncogaglino ciò è al capo di esso andando per costera, de dove si descende per il brichetto sino al riano de Rimenoo, quale resta confine sino a Fontana Armata, e de ivi si ascende per la ritana sino al monte dal quale si va per costera sino alla coletta delli Cerri, de dove si ascende per drito sino al bricco delle Prai, dove si lascia la fine di Celle,
(Confine tra Stella e Varazze) et incomencia a confinare la fine di Varazze de dove si descende per Brugia peccora sino a Magliagha fiume, si passa detto fiume e si va per una ritana verso la Casa di Giovanni Bullino e da essa casa s’ascende per costera sino alla coletta del Prato delli Pesci passando per lo bricco del Calmo su per la via sino al Fiume di Teirro ove si dice il passo de Garrasin andando su per lo fiume sino al passo della Frassinea, ove si passa detto fiume e s’ascende recta linea sino alla fontana della Steira procedendo sin a una rocca che resta per termine essendo in essa scolpita la Stella, antichamente per li segni che vi appagliono, si va avanti per costera sino alla croce di Caval Morto dove cessa la giurisditione di Varazze
(Confine tra Stella e Sassello)
e da principio al confinare la fine del Sassello quale procede per costera sino ad un poggio sotto il quale è una pietra chiamata la pietra dell’Altare, de dove si descende per costera al piam delli Prelatti, poi alla costa de Giancardo, e, de ivi alla coletta delli Mironi, e da detta coletta al bricco de Montechiaa, descendendo all’Aque Marze per costera sempre, a Bagatto, e, da Bagatto a campi d’Olivieri procedendo recta linea sino in cima le Chiappe de dove si monta per costera sino alli Tre Poteri dove cessa la giurisditione del Sassello et incomencia quella di Paretto come nel principio si è detto.”
Incisione sul Beigua (foto di Mauro Brunetti)
Evoluzione storica ed amministrativa del territorio stellese
In territorio di Stella, gli indizi di insediamenti antichi sono numerosi. A partire dal toponimo Castellaro presente ai confini con Varazze e nella zona di Corona, possibile indizio preromano, per arrivare ad ipotizzate presenze longobarde nei dintorni di San Martino e Gameragna, anche queste su base toponomastica e per la condedica a San Donato della stessa chiesa di San Martino.
La prima citazione di Stella risale al 1137 ed è il predicato di un testimone (Arialdus de Stella) presente ad un rogito redatto nel castello di Albisola. All’epoca, Stella era uno dei numerosi possessi aleramici del territorio savonese che, intorno alla metà del secolo finì, per via ereditaria, ai marchesi del Bosco, il cui dominio era incentrato sulle terre tra Savona e Varazze, estendensosi oltregiogo tra il torrente Stura e l’Erro. La signoria effettiva sul territorio era però esercitata da un consortile di domini locali, definiti nei documenti come gastaldi o castellani de Stella. Essi riuscirono a conservare il potere anche dopo che i marchesi si videro costretti a cedere le loro quote di signoria al comune di Savona: cosa che avvenne fra il 1207 e il 1219.
Quella savonese si trattò comunque di una breve parentesi. Nel 1227, durante la guerra tra Savona e Genova, i castellani si schierarono infatti a fianco di quest’ultima e nonostante i Savonesi mai rinunciassero in seguito a rivendicare il dominio su Stella, essa venne da allora a gravitare permanentemente verso Genova, anche se passò sotto il suo effettivo dominio solo nel 1392.
In questo intervallo, il territorio stellese passò infatti – non si sa bene con quale modalità – sotto il controllo della famiglia genovese dei Grimaldi, i quali fecero del suo castello uno dei più importanti baluardi della fazione guelfa del ponente ligure, coinvolto in quasi tutte le guerre civili che sconvolsero Genova e la Liguria nel corso del XIV secolo. Fu in questo periodo che, al servizio dei Grimaldi, gli Stellesi svilupparono una forte vocazione militaresca, testimoniata ancora nel Cinquecento quando (come ricordava l’annalista Agostino Giustiniani) il mestiere delle armi rappresentava un’importante fonte di sostentamento per la sua popolazione.
Questo fece sì che, fino alle riforme “doriane” del 1528 che posero termine a secoli di disordine politico ed istituzionale dello Stato genovese, Stella fu una delle zone più turbolente del suo dominio, utilizzata come serbatoio di armati dalle fazioni genovesi, specie da quella dei Fregoso, alla quale aderivano tradizionalmente i partigiani guelfi delle Riviere, come erano nella stragrande maggioranza rimasti gli Stellesi.
I favori prestati per oltre un secolo ai dogi di casa Fregoso assicurarono alla comunità di Stella un ampio grado di autonomia, che si conservò almeno in via teorica fino alla caduta dell’antico regime, nel 1797, giacché la sua podestaria, già esistente alla fine del Trecento e assegnata dalla costituzione del 1576 ai cives non adscriptos (definiti cioè di condizione civile ma non nobili), non venne mai sottoposta alla giurisdizione superiore né del podestà di Varazze né di quello di Savona, neppure dopo che le riforme settecentesche ebbero ampliato le competenze e la circoscrizione di quest’ultimo.
Altra caratteristica dell’antica comunità di Stella in antico regime fu il suo carattere per così dire federativo, giacché fin dal 1538 il suo territorio venne diviso in tre terzieri, detti di Castello, di Mezzo (o Mezzano) e di Teglia (o di Levante), quest’ultimo comprendente anche Gameragna, divenuta quartiere a sé nel 1642. Ciascun terziere aveva una propria assemblea di capi-famiglia ed eleggeva propri ufficiali e consiglieri che, a loro volta, riuniti ai loro colleghi degli altri terzieri, costituivano il governo dell’intera comunità stellese.
Alla divisione amministrativa del territorio in quattro diverse “Stelle”, corrispondeva sul piano ecclesiastico, un’eguale ripartizione in altrettante parrocchie, che datava però solo alla seconda metà del Cinquecento quando, in piena Controriforma, il vescovo di Savona Ambrogio Fieschi aveva smembrato dall’antica circoscrizione parrocchiale di San Martino, le precedenti cappelle di San Giovanni Battista, di San Bernardo e di Santa Caterina.
Le innovazioni amministrative introdotte fra il 1797 e il 1798 dal governo della Repubblica Ligure, imposto da Napoleone Bonaparte, non rappresentarono pertanto una novità per il territorio stellese, abituato da secoli ad essere diviso in pratica in più piccole circoscrizioni autonome. Dopo vari progetti, infatti, la legge n. 77 del 18 aprile 1798 trasformò in comuni tutte le parrocchie dell’ex stato genovese, così che Stella venne a trovarsi ufficialmente divisa in quattro municipalità, a loro volta riunite in un cantone sottoposto (con quelli di Varazze, Celle, Albisola, Vado e Quiliano) alla Giurisdizione di Colombo, avente sede in Savona. Nel 1802 il cantone di Stella fu soppresso e i quattro piccoli comuni furono uniti al cantone di Varazze (o del Teiro); due anni dopo, nel quadro di una semplificazione del quadro territoriale amministrativo della Repubblica, i quattro comuni furono ridotti a due, unendo Gameragna a San Martino e Corona a San Giovanni Battista: situazione che si mantenne anche sotto la successiva amministrazione francese e sabauda fino al 15 febbraio 1818, quando, su disposizione del regio intendente di Savona, i due comuni furono finalmente riunificati.
Rispetto al passato, le novità politiche ed amministrative introdotte durante il periodo rivoluzionario e napoleonico e in certa misura conservate dai Savoia, segnarono per Stella la perdita di ogni autonomia giudiziaria e il suo definitivo inserimento nelle nuove circoscrizioni facenti capo a Varazze (per quanto riguarda l’amministrazione della giustizia) e a Savona (per quanto riguarda invece gli aspetti più eminentemente politici ed amministrativi), località dalle quali in passato non aveva mai avuto alcuna dipendenza.
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Per quanto riguarda le istituzioni territoriali religiose, oggi Stella fa parte della diocesi di Savona-Noli e risulta suddivisa, come già accennato, in cinque parrocchie, la cui principale ed originaria è quella di San Martino.
Dal suo territorio, come detto, furono ritagliate le altre attuali parrocchie: la prima fu Santa Caterina di Gameragna (istituita il 30 gennaio 1567), la seconda fu San Bernardo di Corona (5 aprile 1567) e la terza San Giovanni Battista (data sconosciuta, confermata il 10 aprile 1568).
Santa Giustina divenne parrocchia a tutti gli effetti solamente il 26 giugno 1916, quando l’omonima cappella medievale, residuo dei possessi dell’abbazia di Sezzadio, non esisteva più da tempo.