09. Toponimi del Comune di Piana Crixia

a cura di

Furio Ciciliot, Francesco Murialdo, Giovanni Venturi

toponimipianacrixia

Fond

Patrocinio: Comune di Piana Crixia, Fondazione Agostino Maria De Mari-Cassa di Risparmio di Savona.

Geografia del territorio comunale di Piana Crixia

Il Comune di Piana Crixia è compreso nelle Langhe, regione storica collinare a cavallo tra Piemonte e Liguria. Attualmente ha 891 abitanti, in progressiva riduzione, anche se alcuni nuclei di residenti e l’insediamento di numerosi stranieri mantengono ancora quasi intatta la struttura tradizionale del territorio anche nelle frazioni isolate.

Piana Crixia confina con un solo comune della provincia di Savona (Dego) e con cinque del Piemonte, che fanno parte di tre diverse province: Scaletta Uzzone e Pezzolo Valle Uzzone (Cn); Serole (At); Merana e Spigno (Al).

Il territorio comunale è percorso dalla Bormida di Spigno, tributaria del Tanaro e poi del Po, in cui confluiscono numerosi altri torrenti con portata d’acqua limitata. Il fondovalle si allarga in numerose piane, un tempo coltivate intensamente a cereali e con frequenti canapali ed oggi parzialmente gerbide.

E’ interamente situato tra circa trecento e seicentocinquanta metri sul livello del mare e vi si alternano boschi piuttosto degradati (querce ed altre latifoglie), dove talora si sono conservati esemplari di grande dimensione, alternati a distese prative anche relativamente vaste, in genere poste sui crinali nelle zone maggiormente assolate (surite, surie) che un tempo erano coltivate. Nella toponomastica, come vedremo, è frequente la specificazione, per lo stesso luogo, della sua parte suria e di quella rivolta a nord (ovio).

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Archivio Storico Comune di Piana Crixia (ASP), Catasto di Lodisio (XVII-XVIII secolo),

palazzo dei Del Carretto?

Il discreto stato di conservazione e la mancanza di fattori di inquinamento ha spinto l’ente locale alla creazione e mantenimento di un’area protetta rappresentata dal Parco Regionale delle Langhe di Piana Crixia, al confine con il Piemonte, in cui sono presenti suggestive aree a calanco con versanti dirupati, scarsa circolazione di acqua e vegetazione stentata.

Presso il borgo di Piana, in un’ansa della Bormida dove sorgono il castello e la chiesa parrocchiale, si eleva il cosiddetto fungo, formazione geologica alta una quindicina di metri e costituita da un grande masso retto da una precaria colonna geologica, unico per la sua forma sferica.

Il toponimo originale da cui prese il nome il Comune è Piana (Plana). Compare a partire dal X secolo e derivò dalla caratteristica fisica dell’ambiente. Il termine Crixia fu aggiunto nel 1863 per distinguerlo da altri comuni della penisola con lo stesso nome, tramandando così il ricordo di una località citata da due fonti classiche e localizzata in questo settore della valle Bormida.

Altri nuclei abitati di Piana sono ubicati in parte nel fondovalle ed in parte sui rilievi collinari e sono quasi tutti già citati nei catasti del XVII secolo (Borgo, Pontevecchio, Praie, Villa, ecc…).

Del suo territorio amministrativo, situati nella parte occidentale in un ambiente collinare, fanno oggi parte altri due insediamenti (Cagna, oggi San Massimo, e Lodisio) che hanno avuto una storia indipendente ed altrettanto antica. Lodisio racchiude un altipiano limitato dai contrafforti della collina mentre Cagna ha avuto origine dalla sua posizione strategica sulla strada tra la valle di Dego-Piana e quella di Cortemilia.

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ASP, Catasto di Lodisio (XVII-XVIII secolo), casa Varaldo?

Evoluzione storica ed amministrativa del territorio pianese

Dal punto di vista storico-archeologico il territorio di Piana Crixia rivela più di un punto di interesse. Se tralasciamo probabili indizi anteriori di insediamento, testimoniati dal toponimo Castellaro presente nelle colline occidentali, i più antichi reperti rinvenuti risalgono ad un periodo tra il III secolo a C. ed il II d.C. e provengono dalla località Pareta.

Alcuni residui toponomastici di età longobarda rappresentano un probabile ricordo di strutture altomedievali che riecheggiano in titoli evocatori di chiese: tra i più evidenti si ricorda San Colombano a Lodisio.

Nel X secolo buona parte del territorio pianese fu concesso dagli imperatori ottoniani al vescovo di Savona, attraverso contratti di tipo feudale, creando così per le tre località storiche (Piana, Cagna e Lodisio) un collegamento-dipendenza con la Riviera che si manterrà fino alla metà del Settecento anche nel titolo di principe di Lodisio attribuito al vescovo pro tempore di Savona.

Nello stesso periodo, la vicina abbazia di San Quintino di Spigno, fondata nel 991, veniva dotata di estese proprietà, tra cui una corte in loco et fundo Plana cum castro et capella. La corte era una struttura insediativo-produttiva, in genere a capo di altre di minori dimensioni e sparse sul territorio, di cui potrebbero essere ricordo alcuni degli attuali nuclei abitati minori.

La successiva frammentazione dei poteri territoriali vide probabilmente convivere i beni vescovili con quelli dei carretteschi. Nei secoli seguenti, per acquisti o successioni dinastiche, parti del territorio passarono ad altri signori, tra cui ricordiamo i marchesi di Saluzzo (1322) e gli Scarampi (1337). Nel 1419 il territorio pianese entrò nell’orbita del Monferrato e, nel 1708, giunse ai Savoia, seguito da Lodisio nel 1784.

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ASP, Catasto di Lodisio (XVII-XVIII secolo), il vescovo di Savona?

Le vicende strettamente religiose sono altrettanto complesse e spesso inestricabili da quelle civili. Si è già accennato alla presenza di dedicazioni probabilmente altomedievali, come San Colombano a Lodisio. Ancora da studiare a fondo sono le origini o almeno l’antichità dei titoli delle altre chiese principali: i tre santi titolari della parrocchia di Piana: Santi martiri Eugenio, Vittore e Corona – il primo forse legato al culto dell’abbazia di Bergeggi e gli ultimi due in apparenza milanesi – e San Massimo martire (Cagna).

Per quanto riguarda i beni dell’abbazia di San Quintino di Spigno, essi furono trasmessi al vescovo di Savona alla fine del XV secolo (anno 1500) ed il principato di Lodisio, fino al 1784 quando passò sotto lo stato sabaudo, fu retto dal vescovo della diocesi sabazia. La superficie del principato era di circa 1100 ettari e, quando giunse ai Savoia, i suoi residenti erano 167, serviti da un unico mulino che funzionava saltuariamente, non essendo alimentato da un corso d’acqua perenne. La parrocchia esistente era condivisa con quella di Cagna e l’unico parroco si spostava tra le due comunità.

Alla fine del 1798 la Francia completò l’occu-pazione militare del Piemonte con la creazione di un governo provvisorio (Nazione Piemontese) che ebbe vita breve. Tra il maggio 1799 ed il giugno 1800 il Piemonte fu ripreso, formalmente in nome dei Savoia, dalle forze austro-russe, ma l’esito della battaglia di Marengo riportò Napoleone a dominare su gran parte dell’Italia settentrionale.

Dall’aprile 1801 la legislazione francese si estese gradualmente ai territori piemontesi, suddivisi in sei dipartimenti, con Piana e Cagna inserite nel dipartimento del Tanaro e Lodisio in quello dello Stura. La formale annessione alla Repubblica francese avvenne nel successivo 1802.

Nel 1805, con l’entrata della Liguria nell’Im­pero francese, i confini amministrativi furono ridisegnati. Il circondario di Ceva (con Piana e Cagna) entrò a far parte del dipartimento di Montenotte con capoluogo Savona.

Alla caduta dell’impero napoleonico il Regno di Sardegna conseguì di nuovo la sua integrità territoriale. Nel 1814 fu ricostituita la provincia di Acqui con Piana, Cagna e Lodisio nel mandamento di Dego, situazione confermata nella successiva ripartizione del 1818.

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ASP, Catasto di Lodisio (XVII-XVIII secolo), parroco da Lodisio a Cagna?

Nel 1859 la cosiddetta “Legge Rattazzi” abolì numerose province tra le quali Acqui e Savona; il mandamento di Dego fu separato dal Piemonte ed unito al circondario di Savona nella provincia di Genova.

Lodisio mantenne la propria autonomia fino al 1880 quando fu aggregato a Santa Giulia (ora in comune di Dego). Nel 1929, il vecchio principato fu di nuovo staccato da Santa Giulia e definitivamente aggregato a Piana fino a completare l’organismo comunale attuale. La nuova chiesa parrocchiale di Lodisio fu costruita nel 1806 e pochi anni dopo fu dichiarata autonoma da quella di Cagna (1823).

Cagna (San Massimo) è situata, come detto, su una importante via di comunicazione e la documentazione scritta riporta notizia di una chiesa parrocchiale antica e di un castello, ormai entrambi pressoché irriconoscibili. Dal punto di vista amministrativo il suo territorio derivò parzialmente, come già Lodisio, dal disfacimento dei beni abbaziali di San Quintino di Spigno.

Anche Cagna, con una popolazione di circa duecentocinquanta abitanti, mantenne la sua indipendenza amministrativa fino al 1880, quando fu riunita a Piana. Nel 1949 si mutò il toponimo medievale di Cagna, avvertito in lingua italiana come dispregiativo, con quello del santo titolare della parrocchia.

Attualmente il territorio di Piana Crixia appartiene alla diocesi di Acqui e vi è presente l’unica parrocchia di Piana, mentre le due antiche di Lodisio e di Cagna ne sono diventate chiese succursali (San Massimo rimase autonoma fino al 1976).