a cura di:
Furio Ciciliot, Stefano Mallarini, Francesco Murialdo
Patrocinio: Comune di Millesimo
Geografia del territorio comunale di Millesimo
Il Comune di Millesimo – posto tra quelli di Cengio, Cosseria, Plodio, Pallare, Osiglia, Murialdo e Roccavignale – racchiude un territorio collinare piuttosto limitato (Kmq 15,87) fatto di colline boscose che arrivano a superare di poco gli ottocento metri sul livello del mare; è percorso da un ramo della Bormida che da esso prende il nome.
La popolazione attuale sfiora i tremilacinquecento residenti, insediati soprattutto nei pressi del borgo ed in alcune frazioni: Acquafredda è la maggiore e le altre, sempre all’interno della vallata della Bormida verso Murialdo, sono Melogni e Borda, di evidente origine agricola.
L’attuale via di fondovalle è fuorviante rispetto all’asse principale delle comunicazioni medievali che avvenivano soprattutto lungo una direttrice di crinale che, uscendo dal ponte di Millesimo, si inerpicava dolcemente verso la località dove ora si trova il santuario del Deserto, per proseguire poi verso Murialdo e Calizzano.
L’insediamento medievale di Millesimo ebbe come nucleo focale il ponte, già esistente, nei cui pressi fu nel 1206 fondato un borgo che divenne la capitale montana dei marchesi Del Carretto.
La posizione di cerniera tra la costa e l’entroterra permetteva la complementarietà tra una vocazione agricola ed una pastorale ed una spiccata tendenza paleoindustriale e commerciale della vallata, rappresentata da ferriere, martinetti, mulini e da una serie di altre attività ad essi collegate.
Il territorio comunale rivela ancora oggi alcune caratteristiche naturali interessanti, tanto che due aree situate nei suoi pressi rivestono un interesse che supera quello puramente locale e sono tutelate come parco regionale dal punto di vista naturalistico e storico.
Ci riferiamo a due settori per circa 170 ettari complessivi, più del 10% del territorio comunale, che comprendono una piccola valle boscosa (valle dei Tre Re) nei pressi del santuario del Deserto ed il bric Tana-gola della Fea, non lontano dai confini con Cosseria e Plodio.
Il fiume Bormida giunge a Millesimo dopo aver compiuto circa una ventina di chilometri dalla sorgente ed aver raccolto le acque di alcuni affluenti relativamente copiosi, tra cui l’Osiglietta che forma il vicino lago artificiale di Osiglia.
Pur cedendo buona parte delle sue acque al parallelo ramo della Bormida di Pallare, con una condotta sotterranea che sbocca nei pressi di San Giuseppe di Cairo, il regime del fiume Bormida mantiene una dimensione superiore a quella torrentizia e conserva buona parte delle sue caratteristiche naturali.
Millesimo, borgo e ponte (foto Stefano Mallarini)
Evoluzione storica ed amministrativa del territorio di Millesimo
In comune di Millesimo si conservano numerose testimonianze che ci permettono di seguirne l’evoluzione storica. I più antichi reperti archeologici derivano dalla grotta chiamata dell’Orpe, nell’area protetta del bric Tana, che hanno rilevato consistenti materiali a partire dall’età del Bronzo.
La toponomastica presenta almeno un promette indizio di età preromana, Castellaro, nei pressi di Mongarda-Borda, che compare a partire dai catasti del 1547. Infine, nel palazzo comunale è conservata una epigrafe romana.
Nei pressi di Millesimo, sul bordo occidentale della valle verso Acquafredda, è stato segnalato di recente un resto monumentale, situato presso l’insediamento di San Bernardo, che reca ancora probabili strutture altomedievali e, nelle vallate ad occidente di Borda, sono presenti alcuni indizi linguistici di possibile origine altomedievale.
La prima testimonianza scritta di Millesimo compare nel 998 quando è citata la prima volta una pieve di San Pietro, di solito identificata, nonostante il cambio di intitolazione, con l’attuale chiesa di Santa Maria extra muros, nel piano di Millesimo verso Cengio.
La data di fondazione del borgo è il 1206, come risulta dal documento con cui sono concessi vantaggi a tutti coloro che vi vorranno risiedere. Nel documento si cita esplicitamente la presenza del ponte già esistente. Pochi anni dopo, 1216, è citato per la prima volta il monastero cistercense femminile di Santo Stefano.
Fondatori del borgo furono i marchesi di Savona che, a partire dal XIII secolo si divideranno in numerosi rami, uno dei quali farà di Millesimo la propria “capitale” e che ne rimarranno condomini per larga parte della sua storia; tra l’altro concedono ai sudditi i più antichi corpi statutari della valle Bormida savonese (secoli XIII-XIV).
Nel corso del Medioevo il borgo cresce, acquisendo una dimensione anche monumentale, con due palazzi carretteschi principali: il primo posto su un rilievo a guardia della via verso Cosseria ed il secondo sulle mura verso Cengio, dove oggi ha sede l’amministrazione civica.
Le vicende alterne che si susseguono nel corso del Medioevo e nei primi secoli dell’età moderna sono complesse ed evidenziano frequenti cambiamenti politici ed amministrativi. Millesimo rimane in condominio tra i Del Carretto ed altri signori fino al 1735/36, quando l’intero territorio entra definitivamente sotto i Savoia dapprima nella provincia di Acqui, poi di Mondovì.
La maggiore e più luttuosa parentesi sarà rappresentata dalle guerre napoleoniche, una delle cui battaglie fu combattuta proprio nella vicina Cosseria ed a Millesimo (1796) che caddero sotto la dominazione francese. Inserito nel 1801 nel dipartimento della Stura, passerà a quello di Montenotte nel 1805 con l’annessione della Liguria all’Impero francese, nel nuovo circondario di Ceva.
Nel 1814, con la restaurazione, torna al Piemonte, ma l’anno successivo l’intero mandamento di Millesimo fu trasferito prima alla provincia di Albenga poi a quella di Savona, seguendone da allora in poi i destini. I maggiori ampliamenti territoriali si ebbero nel 1928 quando acquisì da Cosseria l’intera frazione Acquafredda (comunità autonoma fino al 1801) e porzioni di territorio dai comuni di Cengio e Roccavignale.
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Dal punto di vista religioso, Millesimo appartiene alla diocesi di Mondovì, dopo la soppressione di quella di Alba, ed è attualmente sede di tre parrocchie. La più antica e probabile sede pievana è oggi vicino al borgo ed è dedicata alla Visitazione di Santa Maria e Sant’Antonio.
Nel territorio della chiesa primitiva furono ritagliati quelli di altre due parrocchie, ben più recenti: Acquafredda, sotto il titolo di San Michele, istituita nel 1847, ed il Santuario di Nostra Signora del Deserto, fondato nel 1726 in seguito ad un miracolo, parrocchia dal 1961.