a cura di
Furio Ciciliot, Stefano Mallarini, Francesco Murialdo
Patrocinio: Comune di Carcare, Fondazione Agostino Maria De Mari-Cassa di Risparmio di Savona.
Geografia del territorio comunale di Carcare
Il Comune di Carcare è esteso per 10,36 Kmq ed ha una popolazione di 5.657 abitanti (31/12/11) ed è compreso nella valle della Bormida di Pallare. Il territorio è collinare e presenta alcune piane di fondovalle ormai quasi interamente occupate da insediamenti umani, capannoni produttivi e, verso Pallare, da una estesa area al servizio di una cava coltivata nella vicina Biestro.
Non lontano da Carcare, in linea d’aria meno di cinque chilometri, si trova il valico del colle di Cadibona (bocchetta di Altare per i Valbormidesi), tradizionale punto di separazione tra Alpi ed Appennini. Il territorio comunale attuale confina con quelli di Altare, Mallare, Pallare, Plodio, Cosseria e Cairo Montenotte.
Oltre al centro storico di Carcare, cresciuto lungo la via principale di fondovalle e diviso in due tronconi dalla Bormida, si sono mantenuti, anche se rimaneggiati, i due minuscoli insediamenti altomedievali di Bogile, nei pressi della chiesa di San Giovanni e del colle omonimo. Il vecchio mulino si trova alla base dello stesso colle e anticamente, verso Pallare, esistevano le strutture di una ferriera. Gli altri insediamenti del Comune sono sparsi: il principale è Vispa, cresciuto nel corso del XX secolo a servizio del vicino stabilimento industriale di Ferrania.
Un polo non insediativo, ma culturale, rilevante è rappresentato dal complesso delle Scuole Pie, in cui il santo spagnolo Giuseppe Calasanzio fondò nel 1621 la prima delle sue scuole Scolopie. L’attuale liceo statale mantiene la tradizione scolastica umanistica di Carcare, unica scuola superiore ad indirizzo non tecnico della valle Bormida savonese.
Nonostante i vicini insediamenti industriali di Cairo, l’ambiente si è mantenuto relativamente integro a parte le recenti urbanizzazioni in seguito alla crescita dei residenti. Solo negli ultimi anni si sta assistendo ad una massiccia edificazione della piana con la creazione di aree produttive e svincoli al servizio di una nuova rete viaria piuttosto aggressiva.
Evoluzione storica ed amministrativa del territorio carcarese
Dal punto di vista storico-archeologico, all’origine dell’insediamento si trova la strada principale della valle Bormida da Savona ad Acqui che a Carcare incontra l’itinerario da Finale, attraverso la Bormida di Pallare, e si dirige verso Millesimo e Ceva.
Due fonti storiche classiche citano una località (Calanico/Canalico) posta tra Vado e Crixia, probabilmente situata in questo settore della vallata. Traccia documentata di presenze romane è una tomba scoperta durante lavori di sterro compiuti nella seconda metà del secolo scorso nei pressi della vetreria Carena, sulla strada verso Cairo.
Sicuramente a partire dalla fine del X secolo, esisteva un insediamento strutturato nei pressi di Bogile, già citato, mentre Carcaris, nella piana, è nominato la prima volta nel 1111. La sua relativamente minore antichità può essere dovuta unicamente ad un difetto delle fonti scritte pervenute.
Alla fine del XII secolo, il territorio di Carcare risultava indiviso tra i due rami marchionali dei Del Carretto – derivati da Ottone e da Enrico II – che non intendevano rinunciare ad un luogo di tale importanza strategica, incrocio di itinerari importanti tra la Riviera e la pianura Padana.
Bogile soprano (circa 1970, foto di Massimo Sangalli)
Anche dal punto di vista giudirico, Carcare risultava allora divisa in due entità: la metà derivata da Enrico II era feudo imperiale (autorità derivata direttamente dall’imperatore) mentre la metà di Ottone era legata a Genova, anche se i carretteschi continuarono di fatto ad esserne i padroni.
Nel 1433, i carcaresi ebbero riconosciuti i propri statuti cioè le norme consuetudinarie che regolamentavano la vita della comunità. L’antico territorio, diviso in quattro quartieri, era più ampio di quello attuale, estendendosi fino alla metà della vallata di Pallare, compreso il quartiere di Pallare Inferiore e la parte oltre la Bormida verso Mallare, fino al bric della Sciorte.
Rimane solo traccia toponomastica del primitivo nucleo di Bogile e del castello-dimora dei Del Carretto, che sorgeva di fronte all’attuale municipio nei pressi del ponte.
Lungo la strada che giungeva da Altare, sorge ancora oggi l’antico borgo o quartiere verso Savona, limitato dalla cappella di San Rocco, allora San Sebastiano, sotto i cui porticati era presente una stazione di posta della famiglia Mallarini e diverse botteghe e su cui, in seguito, si affacciò la chiesa di Santa Rosalia, lascito di un Castiglia, morto in Sicilia nel 1595.
Ai piedi di Bogile, la bialera, che dalla metà del Cinquecento alimentò il mulino, era usata anche da una ferriera, già scomparsa alla fine del XVI secolo, il cui ricordo ci tramanda ancora la toponomastica.
Dopo alterne vicende ed una serie di rovesciamenti dei fronti politici si giunse al 1598 quando anche Carcare fu ceduta alla Spagna. Nel 1602 il notaio Nocera verbalizzava il giuramento di fedeltà dei capi di casa e don Pedro di Toledo ne sottoscriveva i nuovi statuti in lingua italiana.
Le pestilenze del 1533 e 1599 falcidiarono il luogo che, agli inizi del Seicento iniziò a svilupparsi nel fondovalle, anche grazie alla fondazione della scuola Scolopia, avvenuta nel 1621, finanziata dai facoltosi Castellani, la cui chiesa si affiancò a quella parrocchiale che sorgeva, a partire dal 1607, nel borgo verso Cairo, alla fine dell’odierna via Garibaldi. I padri Scolopi contribuirono all’istruzione dei carcaresi e permisero ai figli di famiglie facoltose di recarsi a studiare a Roma.
Superata la pestilenza del 1630, nel 1644 il castello fu fatto saltare in aria dalle truppe franco-sabaude in ritirata. Dal 1666 Carcare iniziò a svilupparsi, beneficiando dai traffici derivanti dalla costruzione della via reale di Spagna, interamente carrabile, che permetteva il collegamento diretto tra Finale e Milano.
La Spagna mantenne il possesso del territorio fino al 1713, quando subentrò la Repubblica di Genova che lo conservò fino alla fine del Settecento. Nel 1798 gli abitanti di Pallare Inferiore ottennero l’affrancamento da Carcare, ratificato nel 1826, unendosi a Pallare Superiore, nonostante l’opposizione dei padri delle Scuole Pie che vantavano diritti sulle decime di quei luoghi.
Dopo gli sconvolgimenti napoleonici, Carcare nel 1818 contava 849 abitanti ed una sola parrocchia. Annesso al Regno di Sardegna, subì la forte emigrazione mentre lo sviluppo del fondovalle fu sempre esposto a cicliche alluvioni ma la popolazione proseguì lo stesso ad aumentare, raggiungendo 1.368 abitanti nel primo censimento italiano (1861).
Nel corso dell’Ottocento e fino ai primi decenni del secolo successivo il paese divenne meta di famiglie importanti che vi costruirono loro ville di campagna, la più conosciuta delle quali è villa Barrili.
Verso la fine del XIX secolo, con i primi insediamenti industriali e la realizzazione di importanti arterie viarie e della ferrovia, proseguì lo sviluppo demografico del paese e del suo territorio fino ai giorni nostri.
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A Carcare esistono attualmente due parrocchie le cui chiese hanno strutture recenti: quella di San Giovanni Battista, consacrata nella sua forma attuale nel 1891, erede diretta dell’antica ed unica parrocchia del paese situata nel borgo verso Cairo; e quella di Vispa, dedicata alla Madonna della Pace, consacrata nel 1965 per l’espandersi del nuovo insediamento. Entrambe fanno parte della diocesi di Acqui Terme.