37. Toponimi del Comune di Priero

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Presentazione

Il fascicolo numero trentasette del Progetto Toponomastica Storica è dedicato a Priero, comune piemontese della provincia di Cuneo, al confine con quella di Savona.

Per esaminare la toponimia si sono analizzati una serie di documenti medievali provenienti da varie raccolte pubblicate, la recente edizione dell’atto fondativo del borgo (1387), i due catasti conservati nell’archivio storico comunale (1665 e 1793) e una serie di toponimi orali, raccolti nel corso del 2016.

Il presente fascicolo è stato interamente curato dal responsabile del Progetto e patrocinato dal Comune di Priero che lo ha sostenuto ed ha contribuito alla ricerca durante tutto il suo svolgimento.

Geografia del territorio comunale di Priero

Il territorio comunale di Priero è esteso per circa 20 Km2 e ha una popolazione di poco superiore a 500 abitanti. Il territorio comunale è percorso dal torrente Cevetta, mentre il tortuoso torrente Ricorezzo ne segna per un largo tratto il confine con Malpotremo, un tempo comune autonomo ma oggi assorbito in quello di Ceva.

Per meno di un chilometro lineare Priero confina con la Liguria (Comune di Murialdo, provincia di Savona, fascicolo 36 del Progetto Toponomastica Storica): gli altri territori confinanti sono tutti piemontesi (provincia di Cuneo): Sale Langhe, Montezemolo, Castelnuovo di Ceva, Perlo e Ceva (PTS numero 21).

Il territorio è costituito da due vallate: quella del Cevetta, che dal valico del Montezemolo si distende progressivamente verso il fiume Tanaro, e quella del Ricorezzo, che segna il confine con i vicini comuni di Ceva e di Perlo e confluisce nel Cevetta al di fuori del territorio di Priero.

Gli estesi boschi sulle colline alle altitudini maggiori, che superano comunque di poco 800 metri sul livello del mare, nei fondovalle lasciano via via spazio sempre più ampio a pascoli ed a terreni arabili, i principali dei quali si trovano nei pressi dei confini con Sale Langhe.

Evoluzione storica e amministrativa del territorio di Priero

 Non siamo in grado di definire neppure con approssimazione l’aspetto e la composizione fisica di Priero nel periodo anteriore al XIV secolo, ma possiamo supporre che alcuni insediamenti ne ricalchino in parte altri altomedievali. Su Priero, almeno sulla parte di esso in cui sorge l’attuale borgo, convergono le due vie principali di comunicazione con la Riviera: quella per il valico di Montezemolo e quella attraverso Murialdo e Castelnuovo di Ceva.

La prima citazione di una località indicata come Prieli è contenuta nella dotazione del monastero di Santa Maria di Castiglione presso Parma (1033), pubblicata nel 1717 da Ludovico Antonio Muratori. Abbiamo sufficienti margini di probabilità che si tratti del nostro Priero perché il toponimo è compreso in un elenco di località che ha come precedente Sala (= Sale) e come seguente Niela (Niella Tanaro), fisicamente piuttosto vicini.

Proprio nella parte collinare e meglio esposta sono presenti due frazioni storiche del paese (Campetto e Costa): si tratta di località che non ci propongono strutture architettoniche medievali visibili ma la cui posizione rivela comunque una possibile antica origine. La chiesa di San Giuliano in Campetto è indicata come chiesa parrocchiale nella visita pastorale del 1573 del vescovo Marino, trascritta parzialmente da Coccoluto, che la reputa antica pieve di Priero, ipotesi condivisibile.

La pieve di Priero, citata per la prima volta nel 1325, era compresa allora nella diocesi di Alba e soprintedeva un vasto territorio comprendente Castelnuovo di Ceva, Montezemolo e Perlo (nell’attuale provincia di Cuneo, in Piemonte) e Murialdo, Osiglia, Calizzano e Bardineto (nell’attuale provincia di Savona, in Liguria).

Sul Poggio dirimpetto al Campetto, si trovano resti di un castello in apparenza tardomedievale e la chiesa di Santa Maria con affreschi del XV-XVI secolo. Secondo autorevoli studiosi, tra i primi Giovanni Conterno, la pieve di Priero sarebbe la chiesa di Santa Maria e non la già indicata San Giuliano in Campetto.

Nel 1387 fu fondato il borgo di Priero, ancora oggi ben conservato e attraversato dalla strada principale. Si tratta di una villa nova a maglie ortogonali che rappresentò un caposaldo importante dei marchesi di Ceva lungo le strade per la Riviera.

La sua collocazione geografica è emblematica: oltre alle vie che vi convergono, il neonato borgo è prossimo ai ruscelli di cui sfrutta la forza idraulica mentre acqua potabile abbondante è fornita dal Pozzo nei suoi pressi, ancora oggi tramandato come toponimo autonomo assoluto e senza ulteriori specificazioni.

Con la costruzione del borgo, che raccolse la popolazione dei dintorni, inglobando forse anche abitazioni precedenti, la chiesa principale fu trasferita in uno dei suoi angoli, dove alcuni resti di affresco, risalenti al XV-XVI secolo sono ancora visibili. Sul tessuto urbano tardo medievale del borgo svetta una delle torri tre-quattrocentesche, per buona parte ancora intatta.

Nel XVIII secolo, la chiesa medievale del borgo fu demolita per fare posto a quella attuale, sempre dedicata a Sant’Antonio Abate e dipendente oggi dalla diocesi di Mondovì.

Il santuario della Beata Vergine della Sanità, sulla strada tra il borgo e Ceva è un edificio religioso monumentale, altri minori sono già citati nei catasti del 1665: San Bernardo, San Sebastiano, San Giovanni nei pressi di Maglino, San Gervasio (nei pressi del cimitero vecchio di Priero, nominata la prima volta nel 1643) e San Rocco (prima volta nel 1577).

Oggi le nuove abitazioni di Priero e alcuni insediamenti produttivi sono sparsi nella piana verso Ceva, lungo la strada principale. Il passaggio dell’autostrada Savona-Torino ha inciso in maniera notevole sul paesaggio collinare.