02. Toponimi del Comune di Pallare (scaricabile)

a cura di

Furio Ciciliot, Stefano Mallarini,

Francesco Murialdo, Carmelo Prestipino

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toponimipallare

Fond

Patrocinio: Comune di Pallare, Fondazione Agostino Maria De Mari-Cassa di Risparmio di Savona

Geografia del territorio comunale di Pallare

Situato nella parte interna della provincia di Savona, Pallare si sviluppa nella vallata del ramo principale del fiume Bormida di Spigno, affluente del Tanaro che si getta nel Po, circondato da dorsali boscose.

L’attuale territorio del Comune di Pallare occupa una superficie di 21,5 Kmq, dimensione raggiunta aggregando nel tempo altri enti territoriali. All’originario territorio di Pallare Superiore, che vide riconoscere i propri statuti nel 1539, venne aggiunto nel 1798 il territorio della parte bassa della vallata, denominato Pallare Inferiore, fino ad allora quartiere e giurisdizione dipendente da Carcare. Infine, nel 1929 confluì in Pallare il territorio dell’ex comune di Biestro, sciolto con decreto del 31 agosto 1928.

Il principale corso d’acqua è rappresentato dal ramo del fiume Bormida, denominato “di Pallare”, che percorre tutto il fondovalle da Fornelli a Girolungo; nel centro della vallata, esso riceve le acque di un torrente che nasce dalle cime del Ronco di Maglio e, attraversando il solco del rio Tecci che raccoglie diversi piccoli affluenti dalle sovrastanti vallate biestresi, diventa Viazza nell’ultimo tratto fino alla Bormida.

Numerosi corsi d’acqua (detti retani nella lingua locale) con portate più o meno ricche confluiscono nella Bormida e nella Viazza, alimentando una moltitudine di fontane con acque sorgive più o meno povere di calcare, ritenute curative nella tradizione locale.

I principali rii dei versanti mallaresi sono Fornelli, Malaspina, Armenga e Bo dalla vallata di Montefreddo; poi, verso Carcare, il rio delle Surie, quello delle Rondonne e, ultimo entro i confini comunali, quello di Nedù. Verso la Bormida dai versanti di Ronco di Maglio discendono i rii della Suriazza, poi quello di Ciattone e, più a valle, quello dei Triberti. Nel versate biestrese il rio degli Abeti e di Borsanè sono i principali affluenti del retano dei Tecci che riceve ancora altri piccoli rii di modesta portata, come quelli del Tacco, dei Logini e di Micè, prima di giungere a Pallare.

Alcuni possedimenti dell’ex comune di Biestro nella vallata di Costabella si affacciano verso Millesimo e Osiglia ed i rii delle Carbonere, quello di Costabella e quello delle Seccate vanno ad alimentare il ramo della Bormida di Millesimo.

L’antica foresta che occupava la parte alta del Ronco di Maglio, una grande abetaia, ha subito negli ultimi decenni un forte decadimento in seguito alle malattie che hanno portato alla quasi scomparsa degli abeti bianchi. Insieme con gli abeti, i faggi caratterizzano i versanti più elevati, pini e castagni quelli di fondovalle.

3 abeti 1970 compressoI tre abeti, simbolo di Pallare (1970, non più esistenti)

L’agricoltura e la viticoltura hanno caratterizzato il territorio fino alla metà del Novecento; i terrazzamenti, i muretti in pietra ed alberi da frutta inselvatichiti compaiono nelle sempre più ristrette zone ancora sgombre dalla nuova vegetazione di arbusti e rovi.

Le vecchie vie di comunicazione sui versanti e tra i boschi sono rimaste pressoché inalterate per secoli, modesti sentieri o anche importanti strade comunali che portavano ad Altare e Savona, o a Millesimo e Acquafredda, percorse dai carri a trazione animale fino alla metà del secolo scorso, sono ormai in gran parte abbandonate, difficili da ritrovare e modificate o cancellate dai nuovi profondi e dai larghi tracciati delle strade di esbosco.

Nel territorio comunale sono diffusi svariati tipi di rocce metamorfiche classificate dai geologi come scisti paragenetici e porfidogenetici; nel territorio esistono anche lenti di calcare – una delle quali è interessata da una grande cava – in cui si trovano alcune grotte di origine carsica.

Il fondovalle presenta coperture detritiche alluvionali e colluvionali con depositi di calcari dolomitici, serpentini, quarziti, graniti (Fontanazzo, rio Viazza) e per progressivo dilavamento della matrice fina di conglomerati con grossi elementi (Fontanazzo, regione Oliva).

Pallare 1798.jpg compressa

Le prime ricerche minerarie delle quali si ha notizia risalgono al 1881 e furono svolte presso la Rocca di Blandino sotto la Nottola, una emergenza rocciosa che si diceva fosse spesso colpita dal fulmine.

Altre furono in seguito attuate nel rio Costabella nel 1941. In entrambi i casi si trattava di filoni superficiali di pirite. Rimase attiva dal 1940 ad oltre il 1950 una miniera di grafite con due gallerie scavate per un centinaio di metri, situata sotto un antico fabbricato in località Castiglia-Logini, poi in parte crollato per il cedimento delle volte.

Evoluzione storica ed amministrativa del territorio pallarese

Le vallate pallaresi furono abitate fin dall’antichità, probabilmente da popolazioni di età del Bronzo, localizzate (archeologicamente) nel confinante comune di Millesimo, i ritrovamenti sporadici dell’età del Bronzo e del Ferro; si segnalano ancora sulle dorsali biestresi e, ultimamente, anche su alcuni versanti pallaresi, le incisioni rupestri rinvenute.

Il toponimo in antico era inteso al femminile e al plurale, “le Pallere”, forse perchè fino al 1798 il paese era diviso in  due distinte comunità: Pallare Superiore, che occupava la parte alta della vallata, e Pallare Inferiore, quartiere di Carcare, (case dei Berlingeri, Conteri, Mallarini e Malagatti).

Al 1111 risale la prima citazione di Biestro ed al 1245 quella di una ecclesia de beystro, probabilmente quella di Santa Margherita di Antiochia. Lo sviluppo di Pallare fu collegato alla storia dell’ospitale ed abbazia di Santa Maria e San Lazzaro, fondata a Fornelli nel 1179 da Enrico il Guercio che, per oltre tre secoli, rappresentò il centro devozionale di Pallare Superiore. La prima citazione del toponimo Pallare è però piuttosto tarda, risalendo al 1386.

Pallare e Biestro erano anticamente  riunite in un’unica giurisdizione (la castellania di Cosseria) feudo dei del Carretto mentre Biestro fu soggetto all’abbazia di Ferrania prima, di Fornelli poi.  Nel 1386 queste terre furono divise tra due rami della dinastia:  Pallare Superiore toccò ai Del Carretto del ramo di Mombaldone, mentre Biestro  rimase a far  parte dei possessi  del ramo dei Del Carretto di Millesimo, che si sottomisero poi, nel 1393, al Monferrato ed infine ai Savoia.

Già nel Duecento è documentata la presenza di un molino e poi, nel Cinquecento, di una ferriera ed una segheria nella vallata pallarese, ed un’altra segheria alle pendici del Ronco di Maglio e del molino nella Viazza a Biestro. Alcuni toponimi quali “invitriosa” – insieme con le presenze e possedimenti di famiglie altaresi come i Bormioli, i Castellano e i Grenno, già dalla fine del Quattrocento – fanno ipotizzare antiche piccole produzioni vetrarie anche in queste valli.

Nel 1519  Pallare passò a far parte del marchesato di Finale e venne poi ceduto alla Spagna e, nel 1713, a Genova, mentre  Biestro rimase parte del feudo di Millesimo dominio del  Monferrato.

Dal punto di vista religioso, ai primi dei ‘500 i Pallaresi si emanciparono dalla chiesa madre di Fornelli edificando la parrocchiale, mentre  nel 1539 furono approvati gli Statuti di Pallare Superiore che divenne così comunità autonoma. Nel 1663, Pompeo Del Carretto fece edificare la nuova parrocchiale di Santa Margherita, quella odierna, e la vecchia chiesa medievale fu adibita ad oratorio dei Disciplinanti titolato all’Annunziata.

Pallare-Biestro_1924_Rinaudo compressaBiestro ai primi del Novecento (p.g.c. famiglia Rinaudo)

Dal 1666 e per una cinquantina d’anni il fondovalle pallarese iniziò a svilupparsi grazie alla costruzione di una strada carrozzabile, detta la via Reale o Berretta (nome dell’ingegnere che la progettò per i reali spagnoli), che permetteva alle merci ed ai viaggiatori il percorso tra Finale e Milano attraverso le terre del marchesato di Finale senza pagare dazi.

A partire dal 1713, il marchesato divenne possesso genovese, e la via Reale fu abbandonata. In pochi anni, complici le alluvioni, ultima quella rovinosa del 1744, la parte alta della valle divenne di nuovo impercorribile con i carri nelle stagioni invernali. Nel 1798 il quartiere di Pallare Inferiore fu aggregato a Pallare Superiore, nasceva Pallare moderno e fu redatto il primo catasto unitario.

Nella seconda metà dell’Ottocento un forte flusso migratorio verso le Americhe interessò anche le comunità locali con gravi ripercussioni sulla demografia e sulla coltivazione delle già povere campagne. ln seguito ai disordini sociali, nel 1923 fu nominato un commissario prefettizio ed il 31 maggio 1928 cessò ufficialmente di esistere il Comune di Biestro che dal 1929 venne annesso a quello di Pallare.

Dal punto vista religioso il territorio di Pallare risulta oggi suddiviso tra le due parrocchie di Pallare (San Marco Evangelista) e di Biestro (Santa Margherita di Antochia), comprese entrambe nella diocesi di Mondovì.