07. Toponimi del Comune di Vado Ligure

a cura di

Daniela Andreoni, Nicolò Cassanello,

Furio Ciciliot, Francesco Murialdo

toponimivado

Fond

 Patrocinio: Comune di Vado Ligure, Fondazione Agostino Maria De Mari-Cassa di Risparmio di Savona.

Geografia del territorio comunale di Vado Ligure

Il Comune di Vado Ligure – posto tra quelli di Savona, Quiliano, Vezzi Portio, Spotorno, Bergeggi ed il mare – racchiude un territorio a forma di rettangolo irregolare con ai lati le prime dorsali delle Alpi e comprende l’intera vallata del torrente Segno che scorre quasi al suo centro.

Si estende per 23,38 Kmq ed ha una popolazione (Istat, 31/12/10) di 8.511 abitanti. Comprende una fascia montuosa, che sfiora gli 800 metri sul livello del mare entro i limiti altimetrici del bosco di faggio, ed una zona collinare, dove gli antichi impianti del castagneto hanno a lungo conteso il territorio ai terrazzamenti con la vite e l’ulivo. Il fondovalle si allarga progressivamente verso il mare in una piana costiera, un tempo paludosa, che prese il nome di Vado (da guado?), toponimo in qualche modo legato alle acque ferme.

La sua parte marittima concorre, insieme con le estreme propaggini del Comune di Bergeggi, a cingere una delle principali rade della Liguria e storico approdo a partire dall’epoca classica, il cui valore risiede soprattutto nella sua vastità, nella protezione dai venti di libeccio e nei fondali profondi.

La parte pianeggiante, per secoli interessata a coltivazioni di eccellenza (albicocche e pesche) è stata occupata, a partire dalla fine dell’Otto­cento, da vasti insediamenti industriali che hanno ridotto orti e frutteti in spazi marginali.

Nella fascia collinare, a meno di due chilometri dall’asta del torrente Segno, sono situate due tra le maggiori discariche di rifiuti della Liguria e, nella piana verso Quiliano, incombe una grande centrale termoelettrica, con due ciminiere alte duecento metri.

Il crinale che divide Quiliano e Vado Ligure si innalza alle spalle di Tiassano con la Cima delle Rocche (m 555) e la Rocca dei Corvi (m 792). Una dorsale meno elevata, che ha le proprie vette nel monte Mao (m 440) e nel bricco della Berba (m 560), separa Vado Ligure da Bergeggi, Spotorno e Vezzi Portio.

Il principale corso d’acqua è il Segno che riceve le acque di numerosi piccoli riani. In territorio di Vado Ligure, sboccano direttamente in mare altri cinque corsi d’acqua: il Quiliano, la cui foce segna il confine con Savona per un tratto limitato, il più modesto Lusso, ad oriente del Segno, il Valgelata, ad occidente, il Matogno, ed il San Nicolò, che segna il confine con Bergeggi.

La parte collinare e montana del Comune di Vado Ligure, a partire dalla frazione di San­t’Ermete e Segno fino ai confini con Quiliano e Vezzi, è completamente boscosa, a parte residue aree a fasce coltivate. I boschi sono soprattutto costituiti da castagneti selvatici, pinete artificiali e faggete attorno ai crinali ma sono stati stati percorsi da incendi rovinosi, l’ultimo dei quali nel 2011.

L’insediamento abitato è diffuso ed erano caratteristici, nella media e nell’alta valle, gruppi di case di origine medievale, oggi trasformate in abitazioni moderne, di cui i nuclei principali sono San Genesio, Bossarino e Valle (nei pressi di Vado); Bellandi e Carpineta (nei pressi di Sant’Ermete); San Bernardo, Piano, una seconda Carpeneta, Na Cuntrà, Cunio ed altri minori (a Segno).

Nella prima metà del XVIII secolo, Vado Ligure ha ceduto a Quiliano, la tenuta delle Tagliate (possesso dei marchesi De Mari), un tempo sottoposta all’ex comune di Segno.

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Toponimi contemporanei di Vado Ligure in lingua locale (Giacomo Saccone, 1985)

La zona costiera posta tra il Lusso e la foce del torrente Quiliano – nel più ampio contesto della tenuta dei Paltani – è stata spesso fonte di contestazione tra le comunità di Vado, Quiliano e Savona. Esclusa una fascia costiera appartenente a Quiliano poder di Genova, dal Medioevo alla fine del XVIII secolo quest’area era soggetta a Savona. Ancora il catasto del 1798 dell’allora comune di Legino comprendeva le proprietà presenti in quest’area (“di là dell’acqua”).

I relativi toponimi, per l’unitarietà del documento, saranno riportati nella sezione del Progetto Toponomastica Storica dedicata a Savona. Questo territorio, nel corso del XIX secolo, passò dapprima al comune di Quiliano ed infine a quello di Vado.

Evoluzione storica ed amministrativa del territorio vadese

Il più antico insediamento conosciuto, oggi in territorio comunale di Bergeggi, è il Castellaro di monte Sant’Elena, scoperto nel 1982 ed esplorato archeologicamente nei decenni successivi, dove esistono evidenti resti di frequentazione dell’Età del Ferro.

Strutture simili contribuirono alla fondazione e crescita dell’insediamento portuale di Vada Sabatia, già citato tra il I secolo a.C. ed il I d.C. in fonti classiche. Per la sua posizione nei pressi della costa dove sorsero nel XIX-XX secolo le industrie e le attrezzature portuali, quasi nulla rimane delle fasi antiche se non di origine archeologica, compresi dei relitti sotto il fango della rada. Resti romani sono stati rinvenuti anche in altre località vadesi interne, tra cui a San Genesio, sede di un probabile castrum bizantino, ed a Sant’Ermete.

Un’altra probabile presenza bizantina, in prosecuzione di quelle romana, era il cosiddetto borgo Romano di Porto Vado, citato in tale modo ancora nel XV secolo. Successive frequentazioni longobarde possono essere ipotizzati a partire dalla toponomastica, soprattutto in quella segnasca, insieme a successivi indizi di strutture curtensi carolingie.

La prima citazione medievale di Vado risale al 1004 quando esiste una struttura religiosa complessa, anche se pressochè sconosciuta, dato che un vescovo vadese è nominato già nell’VIII secolo. Si presume che, in quell’epoca, il territorio vadese fosse più esteso di quello attuale, comprendendo anche Tiassano e, forse, parte della stessa Quiliano, comune oggi confinante.

All’anno 1004 risalgono anche le prime notizie di Segno, già allora con una propria identità. Il castello di Segno, risalente forse all’XI secolo e di cui rimangono modeste rovine, fu conteso nel XIII secolo con Noli durante l’espansione di Genova nella Riviera di Ponente.

Nel corso di tutto il Medioevo e per il periodo della Repubblica di Genova, il territorio dell’attuale comune di Vado Ligure risulta diviso tra le due entità distinte di Segno e di Vado, a sua volta suddivisa a macchia di leopardo tra una parte di Savona, derivata dalle vecchie proprietà del comune medievale, ed una parte di Genova, derivata da possessi vescovili acquisiti nel 1385 ed inseriti nella podesteria della Costa dei Vadi. In conseguenza della definitiva sottomissione savonese a Genova del 1528, Vado e Segno furono riuniti sotto la competenza del governatore di Savona.

Nel 1797, con la Repubblica Democratica Ligure, furono riunite le comunità della Valle di Vado (in passato nella giurisdizione cittadina di Savona) e del Borgo e Porto di Vado. Il progetto di costituzione del 1797 stabiliva che “ciascuna parrocchia forma un comune”. La provvisoria ripartizione del territorio (mai entrata in vigore) prevedeva l’appartenenza di Vado al distretto del Letimbro (Savona) con Segno e Sant’Erme[te] nel distretto delle Grotte (Noli). La suddivisione definitiva del 1798 stabilì Vado (capocantone) e Segno nella giurisdizione di Colombo (Savona).

Nel 1800, dopo pochi mesi di amministrazione austriaca, la Repubblica Ligure si diede una nuova costituzione e nel 1803 si arrivò ad un ridimensionamento nel numero delle giurisdizioni e dei cantoni con Vado e Segno accorpati nel cantone di Savona, giurisdizione di Colombo, situazione confermata nel 1804, quando gran parte dei comuni creati nel 1797 furono soppressi.

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Toponimi contemporanei di Segno/Verma in lingua locale (Lino Bonifacino, 2013)

Nel 1805 la Repubblica Ligure entrò a far parte dell’Impero Francese. La nuova suddivisione amministrativa del Dipartimento di Montenotte vide Quiliano capoluogo del cantone che comprendeva Vado e Segno, nel Circondario di Savona.

Il 1814 vide una breve parentesi con la ricostituzione della Repubblica di Genova ed una suddivisione del territorio con Vado e Segno nella giurisdizione di Ponente (da Arenzano a Cervo). Contemporaneamente però, al Congresso di Vienna, prevaleva una ben diversa prospettiva, con la Liguria incorporata nel Regno di Sardegna. Nel 1815, tra i primi atti, vi fu la provvisoria riorganizzazione dei nuovi territori, con Vado e Segno nell’intendenza di Ponente (Savona).

L’anno successivo fu creata la provincia di Savona con Vado nel mandamento di Savona e Segno in quello di Noli. Situazione confermata nei successivi atti del 1818 e 1859. In quell’anno fu anche soppressa la provincia di Savona (ricostituita nel 1927) e ridotta a circondario di Genova.

Nel 1908 Vado assume l’attuale denominazione di Vado Ligure. La divisione tra Vado e Segno si mantiene fino al 1929, quando la crescita industriale di Vado porta la città costiera ad un ruolo egemone nella vallata ed il comune di Segno è sciolto, pur mantenendosi ancora oggi un certo campanilismo tra le due comunità.

I bombardamenti della seconda guerra mondiale, tesi allo smantellamento del tessuto industriale ed alla cancellazione degli insediamenti costieri, furono rovinosi per il territorio vadese e tra i loro effetti vi fu anche la pressoché completa distruzione degli archivi storici locali, motivo per cui si utilizzano per questo fascicolo i soli catasti di Vado della fine del XIX – prima metà del XX secolo, perché conservati nell’Archivio di Stato di Savona.

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La netta divisione amministrativa tra Vado e Segno fu accompagnata da una uguale frammentazione religiosa. Dopo la citazione di una chiesa vadese del 1004, le due storiche chiese parrocchiali della vallata, entrambe nominate nel XII secolo, sono San Giovanni Battista per Vado Ligure e San Maurizio per Segno.

Oltre ad esse esistono alcuni edifici religiosi di probabile origine altomedievale: San Nicolò (Porto Vado, non più esistente, nell’attuale comune di Bergeggi), San Quirico (di cui esiste una citazione del XII secolo), San Genesio e Sant’Ermete, il cui titolo è confuso, nella lingua locale, con quello di Sant’Elmo. Cappelle di fondazione più recente (a partire dal XVI secolo) sono quelle di Sant’Antonio abate (Bossarino), San Sebastiano (Valle di Vado) e San Bernardo (Segno) ed altre minori.

La crescita demografica seguita ai nuovi insediamenti industriali portò ad un aggiornamento dei perimetri parrocchiali ed oggi in territorio del comune di Vado Ligure sono presenti cinque parrocchie: San Giovanni Battista (Vado), Nostra Signora della Visitazione (Porto di Vado), San Sebastiano (Valle di Vado), Sant’Ermete (frazione omonima) e San Maurizio (Segno).

In questo fascicolo, per motivi storici, avendo utilizzato la documentazione contenuta nei catasti, si è mantenuta la suddivisione tra i due comuni di Vado Ligure (equivalente all’antica parrocchia di San Giovanni Battista) e di Segno (antica parrocchia di San Maurizio). La divisione tra le due comunità era situata nei pressi di Sant’Ermete.