Storia Patria

Società Savonese di Storia Patria onlus

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Società Savonese di Storia Patria

Fondata nel 1885

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Giovedì (ore 9.00-12.30)
Sabato (ore 16.00-19.00)
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Ferrania prima della fabbrica, immagini della collezione Angelo Salmoiraghi

Il nostro interesse per Ferrania prima dell’industrializzazione è testimoniato dal convegno che organizzammo nel 2018 e nel successivo volume di «Atti e Memorie» in cui raccogliemmo le relazioni.

Ferrania prima delle industrie

Nel 1992, Angelo Salmoiraghi pubblicò un volume che raccoglieva un numero cospicuo di inedite immagini di quei luoghi («Ferrania dalle antiche ferriere all’industria dell’immagine»).

Attraverso Massimo Sangalli, lo stesso autore ha voluto far pervenire alla nostra Storia Patria le immagini digitalizzate contenute in quel suo lavoro, con l’aggiunta di altre inedite, che ci descrivono anche il mondo rurale retaggio di un grande latifondo di origine medievale e strutturato a partire dal secolo XI da canonici regolari, in seguito giunto ai De Mari, dopo numerosi passaggi dinastici o compravendite.

Il marchese Nino De Mari e il guardaboschi Valcalda

Le circa quattrocento fotografie di Salmoiraghi sono ora acquisite nel nostro ormai vasto archivio fotografico. Proponiamo alcune di esse per il loro ruolo di emozionante testimonianza storica. Anche quelle già pubblicate e note meritano comunque di essere riviste.

1890, il borgo di Ferrania

 

1906, di ritorno dai campi

 

Lungo il torrente Ferranietta

 

Le ricamatrici

Nicolò Martino Russo (1872-1946), Celle durante la Seconda Guerra Mondiale, Gian Luigi Bruzzone

L’ultimo lavoro di Gian Luigi Bruzzone, pubblicato nella nostra Collana di Fonti e Studi, è dedicato allo storico cellasco Nicolò Martino Russo, autore di un lavoro all’epoca innovativo nella storiografia savonese per la sua impostazione e per i materiali che proponeva – 1908, «Su le origini e la costituzione della “Potestatia Varaginis, Cellarum et Arbisolae”. Note critiche e documenti inediti» – ripubblicato nel 2018.

Bruzzone in questo lavoro non si dedica allo storiografo ma all’uomo, testimone maturo e dolente della Seconda Guerra Mondiale («Aspetti di vita quotidiana dopo il secondo conflitto mondiale in un carteggio di Nicolò Martino Russo»).

Molte lettere sono veri e propri reportage di quel periodo, scritte in maniera nitida ed equilibrata: proprio per questo vale la pena di leggerle. Di seguito se ne riporta un brano in cui si descrive la distruzione del promontorio della Crocetta, uno dei luoghi simbolo di Celle.

***

«Dalla radio avrai saputo che a Savona hanno bruciato la stazione; a Celle hanno fatto saltare la galleria e la Crocetta: vedessi che disastro! La chiesetta non esiste più, non c’è rimasto che un albero di carrube e della casa della signora Rossi rimane una piccola parte; il giardino è rovinato; le case di fronte sono sparite; il castello Testa è in parte rovinato e dovrà essere abbattuto e le altre case hanno subito gravi danni: vetri, porte, tetti danneggiati; milioni di danni.

Qui da me ho avuto quattro vetri rotti; dal colono cinque vetri. Pensa che io il giorno prima dello scoppio avevo già aperto la finestra del poggiolo, poi mi pentii. Si parlava dell’arrivo dei patrioti, si diceva che il comando tedesco aveva promesso di non fare saltare la galleria, quindi io al mattino alle sei quando sentii tutta la gente del paese che veniva verso Sanda non pensai più alla Crocetta, ma ai patrioti, così non mi alzai neppure a vedere che cosa significava quel brusio e chiaccherio, così anche nella mia camera caddero in frantumi due vetri: in paragone il danno non è stato eccessivo, ma nel paese e nelle palazzine più sù della Crocetta e ai Piani vi sono delle centinaia di migliaia di danni.

Anche i vetri della parrocchia sono tutti andati in frantumi. Ora si sta riattivando la strada, ma ci vogliono dei mesi, prima che si possa far passare il treno. Per fortuna sono venuti gli americani: appena arrivarono si misero a ridere vedendo i nostri lavorare con badili, picconi e carette: essi erano appena una ventina, ma portarono delle macchine e in un giorno e mezzo fecero una strada sulla quale potevano già passare i loro camion, mentre noi eravamo rassegnati ad attendere parecchi mesi e a fare il giro su in collina» (16 maggio 1945, Nicolò Martino Russo ai familiari).

Un progetto per il 2021: la scansione e la libera disponibilità delle nostre pubblicazioni (1888-1940)

Fedele ai tre obiettivi perseguiti nei suoi 136 anni di esistenza – studio, divulgazione e tutela del territorio – Storia Patria si è data un obiettivo ambizioso per il 2021: la scansione e la libera diffusione sul proprio sito dei primi 27 volumi dei propri «Atti e Memorie» (1888-1940).

Come noto a coloro che ci frequentano, il nostro volume annuale contiene ricerche originali non solo su Savona e dintorni ma anche su numerose altre località liguri e basso-piemontesi. I temi trattati riguardano soprattutto storia, arte e archeologia: gli studiosi che vi hanno impiegato le loro risorse intellettuali sono oltre un centinaio e il numero di pagine scandite supererà le cinquemila.

Tale lavoro sarà possibile grazie a risorse economiche della Fondazione De Mari e della nostra Società, investite in strumenti tecnici (scanner specifico per libri, personal computer, ecc…), con il lavoro operativo dei nostri soci.

A tale proposito, ci auguriamo che, oltre alla dozzina che già collabora attivamente e gratuitamente alla nostra attività, altri volontari si possano aggiungere, manifestando la propria disponibilità con una e-mail indirizzata a segreteria@storiapatriasavona.it.

I passi successivi saranno quelli di completare la scansione dei volumi annuali di Storia Patria – fino ad oggi ulteriori sessanta – e di centinaia di altri testi e fonti storiche, fino a far diventare il nostro sito un riferimento per qualsiasi ricerca locale.

Bastano poche ore di disponibilità per partecipare ad un progetto che fornirà a tutti degli strumenti fondamentali per studiare, divulgare e tutelare il nostro meraviglioso territorio.

Il presidente, Furio Ciciliot

 

I nostri auguri con una inedita intavolatura barocca savonese per chitarra

Storia Patria è fedele alla consuetudine di augurare le buone feste con un’opera d’arte. Non si tratta, questa volta, di un quadro ma di un manoscritto musicale inedito di danze per chitarra spagnola del primo Seicento.

Di seguito si riporta un condensato dello studio di Maurizio Tarrini riguardante il documento, rimandando al ben più ampio articolo contenuto nel prossimo volume dei nostri «Atti e Memorie», distribuito gratuitamente ai soci in regola con il pagamento della quota del 2021.

Senza poterle ascoltare, ma ci stiamo organizzando per poterlo fare, immaginiamo la gioia e la grazia di queste musiche, che speriamo ci conducano ad un 2021 sereno e felice.

***

Nel corso del riordinamento del fondo Notai antichi ignoti dell’Archivio di Stato di Savona sono venuti alla luce alcuni frammenti manoscritti d’intavolatura per chitarra spagnola. Il ritrovamento si deve ad Aurora Rossi, funzionaria dell’Archivio, che ce li ha gentilmente segnalati e messi a disposizione.

Si tratta di quattro bifogli, formato 150×210 mm ca., per un totale di otto carte ossia sedici pagine, databili alla prima metà del XVII secolo. La filigrana raffigura uno scudo con croce latina sormontato da una croce latina con bracci trilobati è attestata su documenti genovesi della prima metà del ’600, precisamente dal 1629 al 1633.

I quattro bifogli contengono complessivamente 72 linee e mezza d’intavolatura per chitarra spagnola: un tipo di notazione alfabetica costituito da una linea orizzontale al disopra della quale sono scritte le lettere (minuscole e maiuscole) indicanti gli accordi della chitarra mentre i trattini verticali al disotto e al disopra della linea indicano le “botte” ossia il movimento della mano all’insù o all’ingiù. Il segno # equivale al moderno segno di ritornello. Non vi sono indicazioni metriche o di battute.

Le composizioni musicali contenute in questi frammenti fanno parte del consueto repertorio coevo di danze tradizionali e bassi ostinati familiari alla maggior parte dei chitarristi: Rogiero, Passacaglio, Romanesca, Spagnoletto, Vilano di Spagna, Bergamasca ecc., alle quali si aggiungono brani forse in onore di donne liguri (Savignona, La Grila). È molto probabile che il contenuto sia almeno in parte derivato da raccolte coeve.

Nel tardo Cinquecento e fino al primo Settecento la chitarra era conosciuta come chitarra spagnola identificabile con una chitarra a forma di 8, da cui deriva quella attuale. Un’interessante raffigurazione di chitarra si trova nel Santuario di Nostra Signora di Misericordia a Savona e precisamente nel prospetto della cripta, costituito da una scultura a bassorilievo su tre arcate attribuita a Giovanni Battista Orsolino e ai figli Giovanni e Cristoforo. La datazione non dovrebbe oltrepassare il terzo decennio del XVII secolo (l’opera era già compiuta nel 1642) ed è quindi all’incirca coeva dell’intavolatura.

Maurizio Tarrini

Savona nel tardo Medioevo, testo scaricabile

Angelo Nicolini, nella prima lezione del corso intitolata «Savona e dintorni nel tardo medioevo», descrisse in maniera accurata e sintetica la situazione urbanistica del centro direzionale savonese, fornendo numerose notizie sui dintorni immediati della città.

Tale lavoro è da oggi scaricabile (pdf). Ricordiamo che il volume cartaceo di 176 pagine da cui è tratto raccoglie i testi monografici relativi ai quartieri savonesi, opera di vari autori, è disponibile gratuitamente ai soci in regola con la quota di iscrizione del corrente anno 2020 e raccoglie le conferenze del corso didattico intitolato «Savona. Storie di luoghi fuori le mura», svolto con il concorso di primari istituti scolastici e con un contributo della Fondazione De Mari.

Angelo Nicolini, Savona e dintorni nel Tardo Medioevo

Quattrocento titoli dei nostri libri antichi inseriti nel Sistema Bibliotecario Nazionale

Se i rapporti fisici con soci e studiosi sono in questo momento difficili, non così lo sono quelli da remoto, testimoniati dall’intenso lavoro nella biblioteca e nel disbrigo della cresciuta corrispondenza.

Si è appena concluso il carico dei primi quattrocento titoli di opere antiche nel Sistema Bibliotecario Nazionale (Sbn): il lavoro è stato compiuto da Stefania Salvadori. Per i consigli gentilmente forniti, Storia Patria ringrazia in maniera particolare: Laura De Marco (per la schedatura generale), Walter Montallegro (per le opere antiche) e Giuseppe Pavoletti della Regione Liguria (per la disponibilità e il costante supporto tecnico).

Al momento attuale sono caricati in Sbn oltre ottomila opere della nostra biblioteca, specializzata in storia, arte e archeologia: quelli appena catalogati sono contenuti soprattutto nel Fondo Francesco Loni e comprendono 14 cinquecentine, 55 seicentine, 279 settecentine; la parte residua di 60 titoli risale agli anni 1801-30.

Entro la primavera 2021 si completerà il carico della parte antica, mettendola così a disposizione degli studiosi, che potranno accedervi sotto gli stringenti vincoli del nostro regolamento di biblioteca.

Nella quadreria Gavotti un altro Gabriello Chiabrera, ritratto da Bernardo Castello (dal Greco?)

Un precedente articolo, comparso su questo stesso sito e relativo a un ritratto di Gabriello Chiabrera ritrovato a Genova dal collezionista savonese Renato Giusto, ha spinto Nicolò Gavotti a segnalarci l’esistenza a Roma nella propria quadreria di famiglia di un quadro che fortemente assomiglia a quello savonese.

Lo stesso Gavotti ci ha inviato copia di documentazione in cui, già il 24 aprile 1982, l’autorevole storico dell’arte Pasquale Rotondi lo attribuì a Bernardo Castello, aggiungendo alla propria perizia una dubitativa segnalazione di gran lunga più prestigiosa (dal Greco?). È evidente la rassomiglianza tra il ritratto e la nota incisione di Gabriello Chiabrera che alleghiamo.

Dopo la prima segnalazione del quadro di Giusto, sono adesso disponibili per gli storici dell’arte e per quelli della letteratura ben due diversi ritratti di Gabriello Chiabrera attribuiti, da studiosi diversi, sicuramente a Bernardo Castello, ma ben altri percorsi di ricerca si stanno aprendo.

Si tratta di due quadri che meriteranno sicuramente ulteriori approfondimenti e confronti, promessi alla nostra Storia Patria da autorevoli studiosi.

Storia Patria, contatti esclusivamente per posta elettronica

Per garantire la sicurezza di tutti, la sede rimarrà chiusa fino a quando non sarà consentita la piena ripresa dell’attività.

Nel frattempo, continuiamo a fornire i servizi possibili attraverso la posta elettronica a cui si darà riscontro con la massima solerzia.

La lapide cinquecentesca originariamente posta al confine tra Savona e Albisola (Savona, palazzo Pozzobonello)

In attesa di poterci incontrare di nuovo in conferenze e incontri, ringraziamo coloro che hanno rinnovato la quota sociale e le nuove iscrizioni di buon auspicio per il nostro futuro.

Una fonte per Savona del primo Novecento. Gian Luigi Bruzzone, Il carteggio tra Boselli e Caroggio

Un carteggio sconosciuto tra il principale politico savonese dell’epoca, Paolo Boselli, ed alcuni suoi corrispondenti locali, soprattutto Angelo Caroggio, rappresenta una preziosa fonte di prima mano per capire la città in quel periodo.

Le lettere pubblicate da Gian Luigi Bruzzone sono 122 e vanno dal 1900 al 1926. Sono state riunite con il titolo «Paolo Boselli & Angelo Caroggio».

Paolo Boselli

I testi delle lettere analizzano temi ancora oggi vitali, soprattutto la difficile logistica dovuta all’orografia del territorio. Mondi produttivi importanti che da decine di secoli faticosamente cercano di dialogare: porto e industrie liguri, da una parte; dall’altra, le importanti città padane.

Angelo Caroggio (foto F. Lavagna)

Il volume di Gian Luigi Bruzzone (112 pagine) è disponibile nella sede di Storia Patria: è il quarto pubblicato quest’anno dalla Società ed è stato inserito nella «Collana di Fonti e Studi».

Un assaggio del contenuto è riportato in uno stralcio della premessa dell’autore che riportiamo di seguito.

***

Un’amicizia pressoché sconosciuta questa di Paolo Boselli con Angelo Caroggio, eppure costante, convinta, durata usque ad mortem et post mortem, dal momento che il longevo politico savonese volle testimoniare con un epitaffio celebrativo l’amico di una vita. Sodalizio esteso ai familiari e sopra tutto fattivo, non consistendo in vacui salamelecchi, ma teso a promuovere tutto il bene possibile per Savona.

Professionisti che si sentirono sulla medesima lunghezza d’onda, accomunati da una formazione approfondita e soda, da una cultura poliedrica ed equilibrata, il tutto asceso ad amicizia potenziata dal comune amore per la propria città.

L’amicizia verace è effusiva: per questo furono ambedue paladini per risolvere i precipui problemi del microcosmo sabazio loro contemporaneo, dalle vie di comunicazione, in particolare quelle ferroviarie, alle strutture portuali, all’assistenza dei più bisognosi, ad iniziare dagli orfani e dagli anziani più o meno autosufficienti.

(…) Al centro del dialogo dei Nostri si accampa il problema – fra gli altri – della linea ferroviaria Savona-Torino: esigenza non certo nuova, ove si rammenti che era già auspicata all’indomani dell’assegnazione della Liguria al Regno sardo, stabilita dal Congresso di Vienna.

Il carteggio, semplice e familiare, evidenzia quanto sia tutt’ora insoluto un valido collegamento tra il capoluogo subalpino e le sponde del Mediterraneo più vicine.

Evidenzia altresì il virtuoso sodalizio fra una realtà locale ed un uomo di governo, che nell’amata città natale sa di avere un professionista competente, fededegno e disinteressato, dal quale apprendere le effettive e concrete necessità.

Gian Luigi Bruzzone

Invito ai soci a ritirare il volume 2020 degli «Atti e memorie» intitolato «Savona. Storie di luoghi fuori le mura»

Il  volume di Atti e Memorie della Società, nel suo anno di vita numero 136, è uscito puntuale anche nel 2020.

Si tratta di un lavoro di particolare interesse perché è una guida ragionata di Savona al di fuori del centro storico medievale e ottocentesco.

In studi originali, gli autori hanno affrontato le peculiarità dei quartieri cittadini, da Lavagnola a Légino, dalla Villetta a Zinola, con incursioni in luoghi poco frequentati come, ad esempio, il bosco e gli insediamenti delle alte valli del Letimbro.

I testi sono una rielaborazione delle conferenze effettuate durante il corso didattico omonimo, organizzato con primari istituti scolastici, purtroppo interrotto all’ultima lezione per colpa della pandemia in atto.

Di seguito si riporta l’indice completo, augurandoci che le informazioni contenute siano di sprone per ulteriori approfondimenti. A partire dalla metà di settembre, il volume sarà distribuito gratuitamente ai soci in regola con la quota del 2020.

La strada medievale da Lavagnola a Marmorassi (fotografia di G.M.Spano, 2020)

 

Vol. LVI, 2020. Atti e Memorie della Società Savonese di Storia Patria, n.s. Savona 2020, pp. 1-176

Relazioni delle conferenze del corso didattico Savona. Storie di luoghi fuori le mura (2019-20)

Furio Ciciliot, Savona. Storie di luoghi fuori le mura (pp. 5-7, 1 cartina)

Angelo Nicolini, Savona e dintorni nel tardo Medioevo (pp. 9-25, 1 cartina)

Giovanni Gallotti, Villapiana e Villetta (pp. 27-49, 12 disegni e fotografie)

Giovanni Mario Spano, Lavagnola e dintorni (pp. 51-62, 7 fotografie)

Elvio Lavagna, Santuario e alta valle del Letimbro (pp. 63-78, 8 cartine e fotografie)

Roberto Pastorino, Entroterra savonese: vita nel bosco di Savona e zone limitrofe (pp. 79-95, 16 fotografie)

Giovanni Murialdo, Oltreletimbro, Légino e Fornaci: al di là del fiume (o al di qua) (pp. 97-126, 10 cartine e fotografie)

Aureliano Deraggi, Zinola (pp. 127-145, 5 fotografie)

Appendice: Marcello Penner, Le gallerie rifugio antiaeree nella città di Savona (pp. 147-156, 4 cartine e fotografie)

Atti Sociali 2018 (pp. 159-164)

Atti Sociali 2019 (pp. 165-169)

Atti Sociali 2020 (p. 171).

Il volume è disponibile in Sede, previa telefonata di prenotazione (019 811960) nei giorni di apertura.

Si ringrazia la Fondazione De Mari per il sostegno fornito all’iniziativa.

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